È tempo di Olimpiadi e le mie gare (quelle che commenterò) si svolgeranno tutte di sera, per cui avrò tutto il santo giorno per trovare il tempo di fare commenti flash su quanto succede (a parte domenica, quando sarò impegnato in un doppio commento, basket USA-Francia il pomeriggio ed il nuoto di sera). Da quanto mi pare di capire a voi che mi leggete una cosa del genere non dispiacerebbe, per cui tenterò una cosa che in realtà mi rivolta, e cioè quella di effettuare interventi brevi quasi alla tweet. Mi rivolta perché normalmente mi piace fare un discorso articolato con i distinguo necessari, ma tant'è, penso che sia comunque un esperimento che sicuramente arricchirà anche le mie capacità di parlare per sintesi ridotte all'osso.

Mi pare anche di capire che ad alcuni "aficionados" non dispiacerebbe fare una specie di sconvescion-bis in settembre. Se vi piace, possiamo già adesso metterci d'accordo. Chi c'era alla prima avrà sicuramente visto che le cose del genere sono quelle che mi piacciono di più, per cui non sarò certo io a tirarmi indietro.

In merito agli Europei Under20, e per finire con essi, non ho nessun tipo di problema a sciorinarvi il mio primo quintetto, non avendo infatti dubbi su quale sia stato. Play: Čižauskas della Lituania, sicuramente preferito al tanto strombazzato Westermann. Di quest'ultimo non si discutono le doti, quello che di lui preoccupa, e che mi sembra un difetto insormontabile, è la mancanza di continuità soprattutto nel tiro che più va che viene. Il lituano fra l'altro merita di più perché ha vinto la finale ed inoltre nella gestione del gioco, soprattutto contro le difese a uomo, mi sembra infinitamente più creativo del francese che gioca "modernamente", cioè a memoria. Vero è che contro la zonaccia francese si è perso, però se i compagni non la mettono nella vasca da bagno non può essere tutta colpa sua. Guardia: Prepelič della Slovenia, forse l'unica guardia tiratrice pura che abbia visto. Ha un solo problema: il fisico non proprio ferreo, ma confrontandolo con quanto faceva ancora alla fine della scorsa stagione, sembra molto migliorato, maturato direi, per cui se riesce ancora a migliorare sul piano fisico potrebbe diventare un ottimo giocatore. Fra l'altro non per caso è stato il leader nella classifica degli assist. Ala piccola: Abrines della Spagna, giocatore di cui solo vedendolo dal vivo si può apprezzare la suprema pulizia del gesto tecnico nel tiro. Avrà ancora moltissimo da lavorare soprattutto nei movimenti senza palla che per adesso sembrano carenti, ma il suo linguaggio del corpo sembra indicare un giocatore umile ed intelligente. Sarei molto meravigliato se col tempo non diventasse un giocatore che sposta importanti equilibri. Ala forte: Janis Timma della Lettonia, secondo me assoluto MVP del torneo, con giri di pista di distacco. Per come si muove in campo e per l'autorità che esercita sui compagni nonché per l'assoluta versatilità del suo gioco (dà l'impressione di saper tutto del basket) fa venire in mente paragoni al limite, se non oltre, del blasfemo, parlo ovviamente di Larry Bird. Sicuramente esagero e poi (visto anche che è lettone, dunque un po' tagliato fuori dal basket che conta) potrebbe anche non progredire, ma se c'è un giocatore europeo su cui attualmente il sottoscritto punterebbe ad occhi chiusi, questo è proprio lui. Ed infine centro: Gobert della Francia. Per essere francese è un giocatore senza fronzoli, ottimamente istruito, fisicamente più che a posto in fatto di statura e di doti sia atletiche che motorie in genere, per cui anche per lui il futuro si presenta luminoso. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

Ilandre mi chiede cosa ne pensi di quanto detto da Ranko Žeravica sul fatto che le difese siano migliorate negli ultimi anni lanciando una garbata provocazione sul fatto che dai miei post precedenti si avesse l'impressione che non fossi d'accordo. Devo dire che l'attento lettore ha colto nel segno toccando un nervo scoperto. Mi spiego, anche se sembra la classica arrampicata sugli specchi per non voler contraddire un santone del basket. Sono d'accordo sul fatto che le difese "sembrano" molto migliorate, ma non sono affatto certo che siano migliorate sul serio. Quello che è indiscutibile è che oggigiorno, con tutti i mezzi tecnologici che sono a disposizione, con i coach che possono contare sull'ausilio di una quantità di materiale infinita su ogni squadra, su ogni giocatore, con uno staff di assistenti bravi e preparati che vivisezionano ogni possibile aspetto del gioco avversario la preparazione della partita sia molto più profonda e scientifica di quanto non lo fosse in passato. Su questo non ci piove. I giocatori sono dunque molto meglio messi in campo ed anche per lo spirito dei tempi sono molto più propensi a dare il meglio di sé in difesa rispetto ad una volta, quando la difesa era un male necessario per poter recuperare il pallone e finalmente fare quello che tutti desideravano fare, e cioè metterla a canestro. Quanto dice Žeravica però non può assolutamente essere disgiunto dalla seconda parte della frase, e che cioè l'attacco è sempre meno pericoloso. Detto in breve, la mia impressione è che le difese siano tanto migliorate (apparentemente) proprio perché l'attacco è diventato scarso. Nessuna difesa ad hoc viene più punita da invenzioni ad hoc. Le difese spingono il giocatore verso la linea di fondo invece che verso il centro come si faceva una volta? Ed allora perché di grazia non nasce un nuovo Kićanović che in questo caso si arresta in uno contro uno e segna col 100% dalla tabella da 4 metri? Chi ha la mia età ricorderà che per questo giocatore il tiro di tabella dalla tre quarti era il tiro dell'assoluta sicurezza, per lui assimilabile ad un layup. Il difensore in 1 contro 1 anticipa le linee di passaggio per rompere lo schema? Ed allora perché nessuno sa più tagliare in backdoor (e comunque sempre meno gente è capace di dare la palla al momento giusto) o meglio ancora, nessuno sa fare più un'azione di autoblocco prima di tagliare? Ecco, quello che voglio dire è che sicuramente le difese sono migliorate in fase di preparazione strategica, che sicuramente la disciplina difensiva è già quasi a livello di commandos, ma ciò di cui sono anche sicuro è che non vengono messe veramente alla prova, perché se ciò succedesse sono altrettanto sicuro che verrebbero a galla tantissimi difetti nei fondamentali individuali difensivi che come quelli offensivi vengono sempre più trascurati, principalmente la posizione corretta sulle linee di passaggio, la tecnica degli scivolamenti difensivi, il giusto bilanciamento del peso del corpo per non rimanere fermi al momento del cambio di velocità dell'attaccante (qualcuno sa ancora cos'è un cambio di velocità aiutato magari da un cambio di mano e direzione? - sì, uno c'è e si chiama McCalebb), oppure ancora la tecnica ed il timing giusti per fare un tagliafuori efficace. Ecco, in definitiva, se l'attacco fosse progredito, o almeno non regredito, sono strasicuro che tutti questi grandi miglioramenti difensivi verrebbero smascherati e che sarebbero ridotti a quello che penso che siano, e cioè strumenti spaventativi per attaccanti incapaci.

SimoneS solleva un punto importante e degno di attenta riflessione. Dice cioè che le difese moderne hanno portato ad un impoverimento del gioco d'attacco, in quanto costretto a pensare in frazioni di secondo più ristrette rispetto ad una volta, per cui si ricorre molto di più a giochi semplici e preconfezionati. Lo spartiacque fra le varie scuole di pensiero corre proprio su questo crinale, per cui tanto di cappello a SimoneS per averlo focalizzato così lucidamente. La mia scuola rimane quella spiegata nel capoverso precedente, che cioè l'attacco non ha fatto nulla per adeguarsi all'aggressività delle difese, per cui si è quasi atrofizzato, se non fossilizzato. Io appartengo convintamente a questa scuola proprio per l'esperienza che viene dalle partite dell'Eurolega, cioè dai massimi vertici attuali del basket pensato nel modo canonico come sopraffino gioco di squadra, che dimostra che giocatori capaci e creativi, esempio fulgido il McCalebb nominato sopra, giocatore di poco superiore al metro e 80, non scordiamocelo mai, che quando vuole non può essere tenuto neanche con le manette, sono ancora e sempre in grado di prevalere sulle difese, per quanto asfissianti siano. Del resto il basket è gioco che si pratica con le mani, per cui per le sue caratteristiche sarà sempre l'attacco a comandare sulla difesa - come negli scacchi: il vantaggio è sempre di quello che ha la prima mossa, e nel basket la prima mossa è di quello che ha la palla. E poi se tutto il mondo è progredito fisicamente (cosa che comunque, dati alla mano, sia io che wf2 contestiamo vivamente – concediamo solamente che per la diffusione del gioco il numero di atleti sia numericamente superiore a quello di una volta, ma che sulle punte siamo comunque sempre lì) non si vede perché di grazia debbano essere progrediti solo i difensori e non gli attaccanti che invece sarebbero rimasti deboli di gambe e lenti di mente. Se lo sono è solo perché sono allenati male, non perché siano debosciati.

E proprio per finire: le amichevoli degli USA prima delle Olimpiadi lasciano il tempo che trovano. Dirò di più: della forza della squadra americana si potrà parlare solamente dall'eliminazione diretta in poi. Spiego: per lunga esperienza di commento delle grandi manifestazioni internazionali dal '94 in poi (nel '92 comunque non c'era niente da fare – neanche, lo dico con la morte nel cuore, per la grande Jugoslavia di allora che però, sono sicuro, avrebbe vinto agevolmente ad Atlanta) il canovaccio prevede che contro gli americani tutti giochino nei gironi partite di tutto riposo, tanto sanno che comunque non c'è senso a sputar sangue contro una squadra dal debordante predominio fisico. Non solo, ma sapendo che gli americani sono carenti dal punto di vista delle gherminelle tattiche, tengono accuratamente nascoste le contromisure fino a che serviranno nelle partite vivi o muori. Per cui la Spagna, che, se non sbaglio, era avanti 21 a 12 all'inizio, si è semplicemente seduta anche perché fare fatica adesso sarebbe idiota. Dissento inoltre sul fatto che potessero sentire qualsiasi tipo di frustrazione e di complesso di inferiorità: Navarro, Gasol (che fra l'altro li conosce come le proprie tasche), Calderon, Reyes, Rudy, gente che ha vinto tutto e di più? Dico solo: aspettiamo la finale e poi mi direte. Se volete sapere, secondo me vinceranno gli USA con un risultato simile a quello di Pechino e con andamento della partita più o meno uguale.