Ridendo e scherzando è quasi un mese che non scrivo niente. La domanda che sorge spontanea (le domande sorgono sempre spontanee, soprattutto quando sono retoriche!) è: “c'è ancora qualcuno che ogni tanto apre questo sito?” Se c'è che sparga la parola che sono tornato.

Ragioni del silenzio. Fase uno. Soddisfazione ed appagamento dopo la sconvenscion che stavolta ha attratto il doppio di gente con arrivi dalla lontana Lombardia (grazie, Leo!) e che è trascorsa in una bellissima atmosfera di amicizia . Grazie a tutti quelli che siete venuti, a quelli che avreste voluto, ma non avete potuto, rampogne a chi poteva venire, ma non è venuto sperando che si ravveda (scherzo! Che diamine – nessuno costringe nessuno a fare alcunché). Attaccata alla fase uno la completa stasi sportiva (leggi  basket) con le grandi manovre precampionato e con il periodo di mercato che, non so perché, ma in vita mia non mi ha mai interessato, perché alla fine sono solo i biechi risultati che contano e quelli arrivano molto dopo. Per cui onestamente non avevo proprio niente da dire.

Fase due. Settimana della Ryder's Cup. Mi dispiace, lo sapete che è un mio pallino, ma quando c'è questo evento è come per Walter quando ci sono i Mondiali di rugby, cioè non ci sono per niente e nessuno, essendo la mia mente sportiva rivolta esclusivamente  e pervasivamente a questo evento. Figurarsi quest'anno quando le cose si sono svolte secondo il copione di uno di quei filmetti di Hollywood di ambientazione sportiva nei quali, dopo una serie infinita di colpi di scena, alla fine, con l'azione decisiva che viene proposta e poi riproposta da più angolazioni solo al rallentatore (salvo poi ritornare alla velocità normale appena la giocata finisce), vincono i buoni in un tripudio di emozioni e lacrime. Dopo sofferenze inenarrabili vissute nelle prime due giornate con gli americani che sembravano dotati di palline teleguidate in quanto imbucavano da ogni posizione, con i nostri (vecchia Europa) che arrancavano strappando un punticino di qua ed uno di là grazie solo alla prova mostruosa di Ian Poulter (uno scelto come wild card), c'è stata l'ultima giornata nella quale mi sono seduto davanti alla TV alle sei di sera con la precisa intenzione di assistere fino al punto decisivo degli americani che presumevo venisse verso le 10 per poi andare a dormire. Ovviamente sapete come è andata. Per quanto mi riguarda ero ogni minuto più vicino allo schermo, sempre più in piedi che seduto, sono saltato  quando Justin Rose ha messo dentro un putt da casa sua alla 17, vincendo poi contro Mickelson in uno scontro di titani (controllato: a parte una, tutte le buche di questo match sono state vinte con il birdie, per chi se ne intende), e poi, quando Martin Kaymer ha messo dentro a mezzanotte passata il putt della conferma della Coppa, ho fatto il giro d'onore per il salotto provando, devo dire, e un po' mi vergogno, quel che ho provato solo al gol di Rivera contro la Germania in Messico ed a quello di Grosso sempre contro la Germania nel '06 (il rigore di Grosso contro la Francia? Chi mi conosce sa che gioisco compiutamente solo quando vince chi merita – quella volta meritavano i francesi – però era anche giusto che perdessero per il furto perpetrato sei anni prima agli Europei – però anche allora si doveva perdere in semifinale… insomma, mettetela come volete, ero contento sì, ma non appagato) e, in misura un tantino inferiore, al fischio finale di Slovenia-Russia 1 a 0, qualificazioni per il Mondiale '10. Una delle prime cose a cui ho pensato è stata quella di essere fortunato che mi piaccia tanto questo sport, perché sono stato fra i pochi (qui da noi) a cui è stato dato di vivere un'emozione tanto intensa. E poi vedere la gente che scandiva: “Europe! Europe!” avvolta nella bandiera blu con le 12 stelle mi ha dato un'emozione ancora maggiore. Chissà che l'Europa che tutti vogliamo non possa germogliare anche da piccole cose di questo tipo. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

 

 

Fase tre. Pausa tecnica dovuta al fatto che non c'erano le condizioni per mettere sul sito il mio post. Lui non vuole che si sbandierino i suoi affari in rete, ma per non essere troppo criptico e dire le cose terra terra, il mio administrator si è goduto una breve e meritata vacanza all'estero. E onestamente non vedo perché dovrebbe togliermi il saluto se lo scrivo, visto che andare in viaggio in ferie mi sembra la cosa più normale di questo mondo.

E vengo al basket. Un breve commento a quanto detto da Edoardo che sottolinea che nel mio commento al basket olimpico in Zona Sport ho lodato Lebron James definendolo MVP del torneo con giri di distacco sulla concorrenza. Mi meraviglia che ci si meravigli quando dico le cose che non possono essere negate. In vita mia ho sempre teso all'onestà intellettuale, sapendo benissimo fra l'altro che è una delle cose più difficili a cui anelare, essendo  convinto che solo chi prova ad essere coerente con i fatti, indipendentemente dalle sue preferenze personali, può alla fine risultare credibile quando dice le cose che secondo lui non vanno bene. E che James sia stato grandioso mi sembra assolutamente impossibile negarlo.

Sono cominciati i campionati e fra poco inizierà anche l'Eurolega. Prima però di dire qualcosa in merito mi preme riferire di una cosa che mi ha sconvolto. Giorni fa mi ha telefonato Marko Ban, ex grande giocatore (anzi, il più grande che abbiamo mai avuto) della nostra minoranza, Presidente del Kontovel e uno dei massimi dirigenti dello Jadran di DNC, o C-1 che dir si voglia. Voleva un mio parere sulla lettera che stava scrivendo alla Federazione, ed in prima persona a Dino Meneghin, su una delibera del Consiglio Federale (o giù di lì, quelli che decidono, insomma)  che pensava fosse uno scherzo. Ed invece non lo era. La nostra ineffabile Federazione, per fare largo ai giovani, è intervenuta con il machete decretando che ogni squadra che schiera un Over 35 (nati dal '77 in giù) deve pagare una tassa alla Federazione. Così. A fondo perduto. Perché lo impongono loro. Ora il capitano dello Jadran è un giovane signore nato appunto nel '77 che si chiama Peter Franco. Fra l'altro è nato nella casa esattamente dirimpetto alla mia ed è figlio della  pivot della mia primissima squadra, mia carissima amica, nonchè nipote del nostro primo e per me unico Presidentissimo (della mia Società, il Polet) Egon Kraus. Il quale Peter ha sempre giocato nel Polet e poi nello Jadran (che è una super-società di cui il Polet fa parte assieme ad altre quattro) e quest'anno è stato convinto a fare un'altra stagione visto che sotto canestro la squadra era carente, mentre lui, impegnato nell'attività di famiglia che è anche fisicamente impegnativa, aveva tutta l'intenzione di smettere. Ora per uno che ha giocato tutta la vita nello stesso club, che gioca solo perché non se ne può fare a meno, lo Jadran, che ha fatto le nozze con i fichi secchi per trovare i soldi per iscriversi al campionato, deve versare 1800 e rotti euro alla Federazione. E meno male che lo Jadran l'anno scorso ha perso i playoff! Perché se fosse stato promosso, la cifra sarebbe stata doppia, se poi fosse in B-1 l'esborso sarebbe superiore ai 6000 euro. Se questa non è una rapina a mano armata, non so quale altro tipo di esproprio coatto possa esserlo. Più che demenziale, vergognoso. La cosa mi ha fatto talmente incazzare che sono già molti giorni che non vuole uscirmi di mente.

Per fare qualche commento su quanto si è visto in queste prime settimane di basket agonistico mi sembra che i tempi non siano ancora maturi. Che le migliori squadre in Italia fossero Milano, Siena e Cantù non occorreva essere fenomeni per arrivarci. Però Milano ha già perso con Bologna… anche se a questo punto non vuol dire ancora niente (? – sicuri?). Cantù si è organizzata il girone di qualificazione dell'Eurolega in casa e lo ha onorato nel migliore dei modi vincendolo a spese di quella massa di pipponi presuntuosi allenati da un incapace (fa specie definire incapace un allenatore serbo, però evidentemente esistono) dell'Unics Kazan. Compri mezzo mondo e poi fai giocare play titolare Samojlenko? E allora è solo giusto che perdi. Su Cantù però quest'anno, malgrado tutto, non ho sensazioni particolarmente favorevoli. Sbaglierò, ma mi sembra che quest'anno, quando gli impegni si faranno veramente duri, la squadra dietro non abbia gli anticorpi necessari per farvi fronte. Tabu è un bellissimo giocatore, ma sotto pressione non mi da certezze. Tyus è forte sì, anzi fortissimo, se però gioca a Cantù e non nel CSKA o in Turchia qualche ragione ci deve pur essere. La quale penso risieda in un carattere che, dal linguaggio del corpo, non sembra proprio quello di un vincente nato. Insomma, staremo a vedere, sperando vivamente di sbagliarmi, perché non si può non fare il tifo per il duo Trinchieri-Arrigoni che sta dando continue dimostrazioni di capirci moltissimo di basket. Spero però che a Cantù mi perdonino le mie simpatie che quest'anno (vedete che sono onesto e dico le cose come stanno perché possiate farci la dovuta tara?) vanno senza dubbio a Siena che ha in panchina la coppia dei miei amici Banchi-Crespi che sono due che vedono il basket esattamente secondo la mia falsariga (sapendone molto di più, ovviamente, visto che lo fanno di professione da tanti anni). Ed è dunque anche nel mio egoistico interesse che facciano molto bene.

Sulle partite squadre europee-squadre NBA non dico niente perché lasciano tutto, ed anche più, il tempo che trovano, essendo tecnicamente totalmente irrilevanti. Per finire però vorrei rimarcare che forse non tutti i mali vengono per nuocere. La crisi ha fatto diminuire i soldi e dunque giocano molti più italiani di prima e, cosa inaudita, alcuni giocano da protagonisti. Vedere ieri sera Aradori da una parte e Datome dall'altra essere i go-to-guys mi ha fatto estremamente piacere. Che i tempi stiano cominciando finalmente a cambiare?