Cerimonia d'apertura. Dopo (poche) ore di sonno ed a mente più fredda non posso che dire che è stata splendida. Solo ad emozioni decantate mi è balzata alla mente l'idea di fondo di Danny Boyle, e cioè quella di una manifestazione altamente innovativa e soprattutto ironica, dissacrante quasi. Del resto c'era da aspettarselo dal regista di Trainspotting. Però il tutto fatto con estremo garbo. Ad un paio di segmenti altamente tradizionali (la storia della Gran Bretagna) ha fatto seguito una serie di segmenti sia socialmente impegnati (la violenta perorazione della causa del Servizio Sanitario Nazionale) che commoventi con la sequenza di personaggi immaginari tratti dalla sterminata produzione letteraria inglese di libri per la gioventù. Per finire con la parte "istituzionale" c'è stato lo splendido numero della carrellata sulla subcultura pop-televisiva, nel quale c'è stata l'esplosione della potenza creativa inglese con l'applicazione di una straordinaria potenza tecnologica, però non fine a se stessa. Geniale la casa della famiglia media trasformata in megaschermo per un montaggio fenomenale di sequenze di fiction e numeri musicali a ritmo frenetico, come solo gli inglesi, dai tempi di Richard Lester in poi, maestri ineguagliabili dei ritmi degli spot pubblicitari, sanno fare. E per mandare un chiaro messaggio ai cinesi di quattro anni fa, in questa sequenza è apparso l'inventore del WWW, come per dire: "guardate, mondo, se lo volessimo, in fatto di trucchi tecnologici non abbiamo da imparare nulla da nessuno, solo che lo vogliamo fare quando serve e non giusto per dimostrare quanto siamo bravi".

Poi però è venuta la parte protocollare che è stata il vero colpo di genio con tutta una serie di picconate alla melassa pseudoretorica che normalmente l'ammanta. Si è cominciato con Mr.Bean che ha demolito una delle sequenze più cult dei film sportivi, l'allenamento degli atleti britannici sulla spiaggia di St.Andrews in Momenti di gloria. Si è proseguito col fenomenale sketch della Regina Bond girl che sono sicuro diventerà a sua volta un cult assoluto che entrerà nella storia della comunicazione. Ed ancora: la totale dissacrazione dell'accensione del braciere affidata a sette anonime speranze dello sport britannico ponendo l'accento sul fatto in sé, e cioè l'accensione del braciere facendo finalmente passare in secondo piano l'ultimo tedoforo, in realtà insignificante, finendo con un tocco da maestro, la lettura dei discorsi in un ambiente di campagna sulla collinetta artificiale.

E, per non dimenticare l'interminabile parata, che dire del fatto che la gioventù moderna è sempre più "sana"? Ma avete visto, voi maschietti, quante straordinarie sventolone sono sfilate sotto le varie bandiere, di tutti i colori e razze? Da lustrarsi gli occhi. Sulle divise ingiudicabili quelle dei cechi, che volevano essere ironiche ed invece erano terrificanti, scioccanti quelle tipo "vintage" di Canada e Georgia col nome scritto sul petto (ma cosa volevano dire e rappresentare?), un po' preoccupanti quelle americane da Navy Seals in parata al 4 di luglio, ridicole quelle inglesi con la stagnola delle cioccolate Milka applicata su spalle e maniche. Per non parlare dei tedeschi con i loro colori da reparto maternità. Da questo punto di vista gli italiani continuano a dare lezioni a tutto il mondo, anche se a me piacciono un sacco i bellissimi costumi femminili delle varie delegazioni africane. Discorso a parte meritano i variopinti messicani che, a mente fredda, devo dire mi sono piaciuti.