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Fermiamo questo film
- Scritto da Sergio Tavčar
Scusate se è da molto tempo che non mi faccio vivo. Ci sono molte ragioni: in questi ultimi tempi sto facendo molte serate di presentazione del libro e in più è in pieno svolgimento il campionato triestino di bridge, per cui il mio interesse è abbastanza disperso. A proposito di serate, di solito non lo faccio, ma stavolta spero che mi perdonerete se rivolgo anche pubblicamente un grande ringraziamento a Loris e Carlotta Lovat per la magnifica serata trascorsa a Treviso (in realtà Villorba) sabato scorso con tantissima gente a ascoltarmi (c’era anche Llandre e può confermarlo) e poi a chiedermi di firmare il libro. Serata poi finita in trionfo a cena con animate discussioni sui massimi sistemi fino alle tre di notte accompagnate da abbondanti e ottime libagioni. L’unica cosa che mi dispiace e, se mi legge, mi scuso con lui, è stato di non essere riuscito a fare la chiacchierata che volevo fare con Andrea Gracis che era presente e che ho solo salutato, convinto che poi venisse a cena con noi, cosa che non ha potuto fare. Gracis è una di quelle persone, del tipo di Fabbricatore per intenderci, che ammiro tantissimo per come giocava, da cui mi aspetto di poter discutere di basket in modo serio e approfondito e che sicuramente avrebbe molte cose da dirmi.
Il decalogo sui falsi miti del basket
- Scritto da Sergio Tavčar
Sto per scrivere una cosa che mai si sarei immaginato un giorno di dover fare. Devo confessare che di solito quanto scrive Edoardo non è che normalmente mi trovi particolarmente d’accordo, soprattutto quando parla di politica affermando cose che per me sono come dire che il sole non è giallo, ma verde, per cui siamo su pianeti (galassie?) diversi in tema di concezione di cosa sia il mondo, ma stavolta devo proprio ringraziarlo per un suo contributo. Parlo ovviamente del decalogo sui falsi miti del basket moderno concepito e pubblicato da Carlo Fabbricatore. Dal mio punto di vista è una cosa che bisognerebbe scolpire su una pietra e portarla in giro per il mondo tentando di convertire il più possibile di gente ancora benpensante. Un po’ quanto fatto da Mosè con i suoi comandamenti, se si può usare un paragone tanto blasfemo (Leo, scusa).
La via del babbuino
- Scritto da Sergio Tavčar
Ovviamente non posso cominciare questo pezzo se non ringraziandovi tutti sentitamente di cuore per gli auguri che mi avete fatto e anche l’impareggiabile Tommy per aver messo il link della trasmissione dell’amica Silvia Stern, della quale sono stato ospite qualche giorno fa in quella che è stata la mia casa per quasi 50 anni della mia vita. Spero che non vi sia dispiaciuta. Da parte mia mi sono divertito e anche molto meravigliato quando Silvia è andata a scovare addirittura mia nipote Irina in quel di Aschaffenburg in Baviera (per chi è interessato è una bella cittadina medievale con tanto di rinomato castello placidamente adagiata sul grande fiume Meno che 30 km più a nord poi passa per Francoforte). A proposito, Llandre, non ti preoccupare: se pol. Mi è piaciuta molto la domanda che mi ha fatto Stefano (che comunque deve ancora spiegarmi per filo e per segno quali sarebbero i pregi del p’n’r alto) sul fatto che, più passano gli anni, più sono dall’altra parte del microfono rispetto ai tempi nei quali le interviste le facevo io.