Pensavo di prendermi un giorno libero, ma alla fine non ho resistito. Vorrei mettere qualche puntino sulle “i” e per una volta tanto (o sono due, o magari tre?) commentare i commenti ai miei commenti. Avevo messo le mani avanti dicendo che sarei stato frainteso. Avevo perfettamente ragione e infatti sono stato frainteso a 360 gradi un po’ da tutto l’uditorio. E proprio per questo desidero mettere in chiaro alcune cose. Intanto: non mi pare che nella mia disamina sul perché l’Italia abbia giocato bene contro Israele (e che abbia giocato bene penso sia un dato di fatto) sia stato, se si legge bene fra le righe, particolarmente benevolo nei confronti di Pianigiani. In sostanza dicevo che sembra che i giocatori abbiano deciso che così va bene e dunque andiamo avanti. Il che non mi sembra proprio una lode sperticata al coach.

 

Secondo: l’ossessivo riferirsi dei miei detrattori (e continuo a chiedermi perché allora continuino a leggermi, se dico solo puttanate galattiche, per citarne una – forse quello che scrivo io è solo l’occasione per poter poi darsele di santa ragione con Edoardo e potrei scrivere qualsiasi cosa che sarebbe lo stesso) ai miei commenti 1 e 2 mi ha veramente stufato. Dicevo di essere stato frainteso. E allora ribadisco la mia ferma convinzione che Bargnani sia un giocatore che in questa squadra, e per come essa dovrebbe giocare, cioè per come ha giocato contro Israele, non sposta alcun tipo di equilibrio. Fra l’altro non mi sembra che la sua uscita sia stata particolarmente esiziale. Mi spiego per l’ennesima, e stavolta veramente ultima (chi vuol leggere e tentare di capire lo faccia, se no lasci perdere), volta: quello che questo giocatore può dare in attacco, e grazie a Dio nelle partite finora meglio giocate dall’Italia l’ha sicuramente dato e, ribadisco, dal punto di vista dell’applicazione, della voglia di fare, di tentare di inserirsi nel gruppo non ho assolutamente alcuna difficoltà a ammettere che sia stato molto migliore di quanto da lui mi aspettassi (e questa è un’autocritica, non ho alcuna remora a farmela), viene bilanciato dallo sbilanciamento (scusate il gioco di parole, ma ho ascoltato troppo le telecronache di Sky per non cadere nella tentazione) che arreca in difesa. La quale sì è un lavoro corale, nella quale tutti e cinque devono sbattersi (e, attenzione, Bargnani per quanto detto prima in difesa prova a dare quello che può dare, su questo non ci sono dubbi), ma soprattutto devono essere sempre presenti e vigili. Continuo a rimanere convinto che la difesa italiana senza Bargnani e, oserei dire magari con Cervi, sia complessivamente migliore rispetto a quella con lui in campo. Certo, ogni tanto arriva la giocata da highlight, ma con queste giocate non si vincono le partite, le partite si vincono con il lavoro sporco, con l’azzannare l’avversario sul collo, magari con qualche furbata che l’arbitro non vede, insomma con la grinta, l’intensità e la concentrazione. Facendo un bilancio a un tanto al chilo continuo a rimanere convinto che quello può dare di più in attacco lo dia in meno, o almeno alla pari, in difesa. Ecco perché dico che se c’è o non c’è non cambia molto. Tutto qua. Per questo non rinnego assolutamente quanto scritto prima di questi Europei e sono pronto a riscriverlo ogni qualvolta la nazionale, questa nazionale, sarà ancora impegnata nei grandi eventi ai quali tutti speriamo possa partecipare.

Aspettiamo ora la Lituania che è squadra ben diversa da Israele che, convengo, era la squadra ideale per far rifulgere al meglio le qualità e per mascherare i difetti dell’Italia, visto che gioca quasi in fotocopia, ma con giocatori che sono mediamente molto più scarsi dei pari ruolo italiani, tolti ovviamente i tre migliori, Casspi, Elyahu e Mekel. Se gioca ancora Yaniv Green, allora vuol dire che non sono proprio ben messi. Dopo quella partita potremo fare un bilancio più preciso. Rimango però sempre perplesso nel leggere che questa squadra è al livello delle migliori e che se non arriva una medaglia, allora sarà un insuccesso. Perché? Cosa ha vinto in passato per far credere che sia una macchina ammazza tutti? Certo, è molto più forte rispetto all’anno scorso per la semplicissima e lampante ragione che c’è Gallinari, l’unico di quelli che non c’erano lo scorso anno che sposta tutti gli equilibri possibili, ma neanche lui è Superman e dall’ottavo posto di due anni fa (ricordo, Croazia quarta, Slovenia quinta e Ucraina sesta) alla medaglia la strada è maledettamente lunga.

Per finire leggendo Franz qualche post fa mi è tornata in mente la battuta che circolava in Jugoslavia una trentina di anni fa: “L’Italia? La si riconosce subito: è quella squadra che ha più tecnici e funzionari che giocatori”.

E ancora a Guido: non è il nome che pensa lui, ma, e qui purtroppo ho paura di palesarmi, quello di un ex arbitro dalmata.