Primo giro di bilanci in attesa (almeno per me, per voi non so, ha ha – scusate) dei quarti di finale. Manuel mi prende giustamente in giro per aver cannato tutti i pronostici, ma mi scuserà se tento di difendermi, per quanto so che neanche Perry Mason riuscirebbe a farmi assolvere. Sia la Lettonia che la BiH hanno giocato nettamente al di sotto di quanto mi aspettassi. I lettoni hanno fatto un casino totale e, se il mio amico Luca Banchi allenerà la nazionale italiana come ha fatto in questi ultimi Europei con la Lituania (attenzione, due anni fa al Mondiale è stato strepitoso!), allora non me la vedo bene, come disse la marchesa camminando nuda sugli specchi. Non so cosa sia successo, ma sembravano gente raccolta con la rete a strascico che giocava assieme per la prima volta. Hanno cominciato a segnare a babbo morto, tipico sintomo di una squadra allo sbando. I bosniaci, lo ricordo, sono stati anche bene avanti contro i polacchi che continuo a ritenere una squadra non certamente di vertice, poi sono crollati e soprattutto non l’hanno messa neanche in una vasca da bagno. Per cui personalmente mi concedo molte attenuanti, anche se so che la derisione continuerà imperterrita e perfida. A ulteriore scusante annovero il fatto che le sorprese sono fioccate in modo totalmente inatteso con le clamorose eliminazioni di Serbia e Francia, per cui mi ritengo in buona compagnia. E mi scuserete se considero le eliminazioni di Lettonia e BiH come parte di queste imprevedibili sorprese.
Come avrete arguito da questa premessa non considero la vittoria della Slovenia sull’Italia come una sorpresa. La partita era sulla carta, almeno per me, perfettamente equilibrata e poteva finire in qualsiasi modo. L’Italia non aveva armi strategiche per vantare superiorità sulla Slovenia. Il reparto lunghi non aveva nessun centro di stazza, di ingombro, per cui poteva sì far male con Diouf e Niang, ma nulla che non si potesse limitare con una buona difesa e un buon tagliafuori. Il tipo di gioco che le due squadre praticano era praticamente a specchio e dunque tutto verteva su quanto potesse essere preponderante la presenza di un fenomeno come Dončić per bilanciare, o eventualmente superare, il maggior tasso tecnico medio complessivo dell’Italia per quanto riguarda il resto della squadra. Ed è successo proprio questo nel primo quarto con l’Italia che ha adottato la tattica A quando si è in presenza di una squadra avversaria con un fenomeno attorniato da giocatori molto più normali. Marchiamo normale, il fenomeno faccia il fenomeno, ma noi cancelliamo gli altri. Però in questo caso era troppo fenomeno per chiunque volesse marcarlo con il risultato di 22 punti segnati nel solo primo quarto. Tutto quello che si può imputare alla panchina italiana è stato per me il ritardo con cui è stato messo in piedi il piano B, quello che prevede il soffocamento del fenomeno sperando che gli altri non facciano troppi danni. Certo, poi l’Italia ha rimontato, ma ritornare in partita prima da meno 19 e poi da meno 17 nell’ultimo quarto ha significato uno straordinario consumo di energie fisiche e mentali che sono poi mancate alla fine. Quando si è sotto di molto i tiri, chissà come, cominciano a entrare. Il problema è che quando si arriva al dunque, quando culo mangia mutanda, e la partita si decide si arriva spompati, senza lucidità ed è proprio quello che è successo agli azzurri. Ora si cambia manico dopo l’annuncio del Poz che è tutto meno che uno scemo e che è soprattutto uno, come diceva Bob Dylan, che non ha bisogno del meteorologo per sapere da che parte tira il vento. Volete la mia opinione? Cambierà ben poco. Il materiale umano è quello che è e, cambiando i fattori, per quanto ci si possa illudere, il risultato non cambierà affatto, ne sono fermamente sicuro, essendo il problema strutturale, molto al di sopra di quanto un CT di una nazionale possa controllare o cambiare. Tutto quello che può fare è far rendere al massimo il materiale di cui dispone e, se c’è una cosa che neanche il più grande suo detrattore possa rimproverare al Poz, è quella che la squadra non abbia messo in campo proprio tutto quello che aveva. Che è, onestamente, la cosa che io di più apprezzo in un selezionatore di una squadra nazionale.
Passando alle sorpresissime la Serbia mi ha sconcertato. Nessun problema, Llandre: non ti romperò gli zebedei con Jokić che ha fatto tutto, e forse di più, del suo dovere. Stavolta, se c’è uno che non ha nulla da rimproverarsi, questo è proprio lui. E’ che attorno ha avuto una banda di ectoplasmi decerebrati che hanno fatto di tutto contro la Finlandia, meno che giocare a basket. In questi casi si dà sempre la colpa al manico, leggi il CT, e onestamente non si vede come si possa giustificare Pešić. Andando indietro nella storia un modo forse ci sarebbe: agli Europei del 2005, giocati in casa, la Serbia perse contro la Francia nello spareggio per i quarti e l’allenatore di allora, tale Željko Obradović, si presentò in sala stampa letteralmente in lacrime assumendosi tutta la colpa per non essere riuscito a trasmettere ai giocatori quanto aveva in mente avendo trovato davanti a sé solo giocatori riempiti del loro ego, senza alcun tipo di sensibilità verso un qualsiasi tipo di gioco di squadra che prevedesse sacrifici personali. Penso che sia la stessa cosa capitata al povero Svetislav e personalmente attribuirei almeno l’80% della colpa ai giocatori stessi, incredibilmente Jokić escluso. Ciò non toglie che la Finlandia mi abbia entusiasmato e, malgrado la supposta fratellanza ex-jugo, alla fine mi sono trovato a fare un tifo sfegatato per loro. Loro hanno una parola che usano nell’atletica per indicare la capacità di andare oltre i propri limiti in situazioni di emergenza, che è “sisu”. Ecco, una squadra dotata di tanto “sisu” non l’avevo mai vista prima. Sono andato in solluchero per la bestia umana che è il 18-enne Muurinen, a questo punto numero uno dei giovani di questo Mondiale per dispersione, 2 e 13 di classe sopraffina e soprattutto di cattiveria agonistica, tanto che è quasi venuto alle mani con Gudurić che, da buon serbo arrogante, tentava di fare la voce grossa e che poi ha dovuto ritirarsi in mala parata. Markkanen è stato sublime, vero leader, Salin prima (fra l’altro un po’ uno dei nostri con i suoi 5 anni nell’Olimpija da ragazzo) e Valtonen (ma chi è?) hanno poi imbucato come ossessi e la Finlandia ha vinto. Urrah! Per quanto riguarda la Francia sono senza parole. Se la Lettonia era una squadra di palle lesse, allora come definire i francesi? Voi Risacher in tutta la partita l’avete visto? Stavolta non hanno avuto neanche Francisco a fare le uova quadre come contro la Slovenia quando ha vinto praticamente da solo. Verrebbe da pensare che la sindrome Wembanyama abbia contagiato tutto il movimento francese. Insomma, scusate la battuta, Fautoux sembra proprio quello che la sua pronuncia lascerebbe intendere interpretata in italiano. Certo, c’erano tante assenze, quella di Lessort forse decisiva, ma lo stesso la Francia ha un movimento tale che contro la Georgia non avrebbe dovuto avere nessun tipo di problema. E invece i caucasici hanno dimostrato anche loro di avere un paio di attributi di acciaio, si sono esaltati e hanno vinto in modo del tutto meritato. Lasciandomi distrutto per la sconfitta della Francia, per la quale faccio sempre un grande tifo. Scherzo, ovviamente: le sconfitte della presuntuosa Serbia e della amebica Francia (come anche quella dell’Italia contro la Slovenia, spero che me lo perdonerete) sono state accolte con gesti di trionfo e giubilo, mitigati solo dalla sconfitta di Sinner contro Alcaraz.
Riassumendo: i miei pronostici hanno visto tre risultati indovinati su otto. Mi servirà da lezione: smetto di farli perché non voglio farmi ridere dietro e perdere ogni briciolo di credibilità. Ragion per cui i quarti di finale li presento e basta, almeno secondo come li vedo io. Lituania-Grecia: boh? Che dipenda tutto da come giocherà il carneade Velička (lo so, ha giocato anche in Italia, l’ho visto e non mi sembrava un drago) che contro la Lettonia, vista anche la sua capigliatura, ha illuminato il gioco (come avrebbe detto Sandro Vidrih)? Sotto canestro i lituani hanno come marcare Adetokunbo, per cui forse li vedo un tantino favoriti. Ripeto però: la partita si deciderà sul rendimento dei reparti dietro, segnatamente su chi imbucherà più triple. Poi Turchia-Polonia. Qui mi sbilancio e dico che non vedo come la Turchia possa perdere. In panchina ha Ataman che contro la Svezia, presa nettamente sotto gamba alla balcanica DOC, è riuscito nel finale a mantenere i nervi saldi. Qui ci si giocano già le medaglie, per cui non credo che i turchi si lasceranno sorprendere. Sono semplicemente più forti. Mercoledì Germania-Slovenia. Anche qui onestamente non vedo come i tedeschi possano perdere e lo dico con la massima serietà, senza alcun tipo di scaramanzia. Loro hanno il fisico per marcare Dončić (che non è fra l’altro al massimo, con qualche problema muscolare, come anche visto contro l’Italia – so che ora i suoi detrattori inorridiranno, ma in partita lo picchiano, e non poco) e, per quanto riguarda il resto del roster, fanno letteralmente paura. Contro il Portogallo è bastato loro un quarto giocato in pieno per asfaltare il Portogallo e ho paura che contro la Slovenia succederà più o meno la stessa cosa. E infine Finlandia-Georgia. Chiunque vinca sarò contento per la grande simpatia che ho sempre nutrito nei confronti delle varie Cenerentole. Onestamente la Finlandia sembra nettamente più forte, ha gli uomini giusti per contenere Šengelija, sotto canestro è molto più esplosiva, ha un altro giocatore molto interessante come Little che sa fare un po’ di tutto, insomma penso che vinceranno loro e già non vedo l’ora di vedere una semifinale Germania-Finlandia, dove finalmente si dovrebbe vedere del bel basket anche da un punto di vista estetico.
Ho visto che, salvo nel caso della prima partita, alla fine ho fatto dei pronostici. Sarei contentissimo di cannarli, soprattutto per quanto riguarda la terza partita, ma penso proprio che stavolta non ci saranno sorpresone. Prima di finire ancora una considerazione che ritengo molto importante dal punto di vista proprio social-culturale. Tutti, ma proprio tutti, i campioni dell’NBA presenti agli Europei hanno giocato finora con straordinaria concentrazione e serietà dando il massimo per il bene della squadra che rappresenta la loro nazione. Un atteggiamento che ricorda da vicino quanto espresso dai più grandi professionisti quando gareggiano per la loro nazione alle Olimpiadi. Contrariamente a quanto pensa, per esempio, Buck questa è l’inconfutabile prova che le nazionali sono sempre più, e certamente non sempre meno, importanti per tutti gli sportivi in questi tempi di globalizzazione, di livellamento di usi e comportamenti, di mercificazione spinta e ho la netta impressione che, quando ritornano a giocare per qualcosa che non sono solo soldi e esposizione mediatica, ritrovino un po’, se non molto, delle motivazioni che li avevano da piccoli portato a praticare e poi amare lo sport. La trovo una cosa tutto sommato molto bella e dolce. Sicuramente sono troppo sentimentale e patetico, ma, almeno per quanto mi riguarda, continuo a ritenere che lo sport vero, anche a giudicare dal responso del pubblico (oddio, attorno al Baltico il basket è sport nazionale, per cui forse la cosa è solo normale), sia quello per nazionali. Almeno per me è quello che guardo molto più volentieri rispetto ai vari campionati, Euroleghe, o, Dio me ne scampi, NBA.
E proprio per finire grazie a tutti quelli che scrivete. Sono molto contento, oserei dire orgoglioso dei commenti che avete postato, tutti pensati e ponderati, e li ho trovati di ottimo livello. Certo, come è solo normale, su alcuni dissento, su altri sono d’accordo, ma lo scambio di opinioni è il sale della vita e confrontare le opinioni per poi ponderarle e valutarle fra persone, spero, intelligenti è una delle cose più gratificanti che possano esserci.