Non so se capita anche a voi, ma a me succede spesso. Quando guardo qualche evento, soprattutto se sportivo, ogni tanto mi succede di avere una specie di folgorazione. Nessuna visione mistica, per fortuna, ma un qualcosa che succede in campo mi fa scattare nella testa una specie di macchina fotografica che scatta una foto di quel momento che poi porto con me per sempre. Il primo tiro che vidi di Mirza, il passaggio dietro alla schiena di Ćosić nell’amichevole di Umago contro la Gillette, la sequenza degli ultimi 47 secondi di Russia-Jugoslavia dei Mondiali ’86 (questo un vero e proprio film), la tripla di Prepelič nella finale contro la Serbia agli Europei ’17, la botta di c… rotto di Da Silva all’ultimo secondo del terzo quarto qualche giorno fa…

Ma non abbiate paura, non è di questo che vi voglio parlare. Voglio invece parlarvi di un preciso momento della finale di ieri sera fra Turchia e Germania. Siamo a metà dell’ultimo quarto con la Turchia avanti 76 a 71.

I tedeschi sono in bambola totale, il loro Schroeder (bestemmia totale cestistica averlo votato MVP del torneo) ne combina di tutti i colori passando la palla a tutti meno che a uno suo, i turchi recuperano la palla (o, detto altrimenti, accettano il regalo), vanno in attacco e il loro stra-miglior giocatore, Sengun, dopo pochi secondi tira un tiro da tre senza senso, sbagliandolo, come era solo giusto. Se a miei tempi un mio giocatore avesse fatto una cosa del genere lo avrei immediatamente richiamato in panchina attendendolo con un Uzi per freddarlo sul posto. Cosa gli avrei detto (non preoccupatevi, la metafora truculenta era tanto per dare un’idea)? “Ma come fai a essere tanto mona? Ti sei bevuto quel poco di cervello che hai? Loro sono in bambola totale, danno la palla solo a quello che poi gentilmente ce la regala ogni volta, l’unico loro che ci ha fatto un mazzo da babbuini per fortuna lo stiamo contenendo benissimo, in attacco li facciamo fuori come e quando vogliamo e tu tiri subito un tiro del mega-c…o? Ma chi ti credi di essere, idiota! Non ti rendi conto che siamo avanti? A questo punto della partita dovresti sapere che basta non fare monate, basta dare loro la corda giusta perché si impicchino da soli e la partita è nostra. Ma cosa volevi fare?”

Già, questa è la domanda, direbbe un bardo inglese. Il ragazzo aveva giocato fino a quel momento una partita magnifica, segnando anche tutto quello che aveva sbagliato contro la Grecia, aveva dimostrato di capire benissimo il basket, di avere sotto canestro una percezione stupenda delle varie situazioni con passaggi laser ai compagni che tagliavano con i tempi giusti (se vi interessa sono queste le situazioni che più apprezzo nel basket e che mi fanno decidere se una squadra gioca il vero basket e dunque se la partita è bella o brutta e la Turchia contro i greci aveva giocato dal mio punto di vista più o meno la partita perfetta, praticando il basket che io sempre sogno che una mia squadra possa mettere in mostra per esserne orgoglioso) e poi combina una cazzata concettuale del genere? Ma cosa gli avrà mai pigliato?  Ci ho pensato molto sopra, come faccio sempre quando qualcosa scompiglia improvvisamente e in modo del tutto inatteso quello che io ero convinto sarebbe successo. Mi attendevo infatti che un giocatore bravo e capace come Sengun, che aveva dimostrato ampiamente di essere uno che del basket vero, come lo concepisco io, se ne intende, non fosse semplicemente caratterialmente capace di perpetrare un’idiozia simile. Gli errori di concetto, quando cioè uno rischia qualcosa che se riesce è fondamentalmente una botta di fortuna, o un jolly pescato a caso dal mazzo, fate voi, e se non riesce, come merita, è una totale cazzata, sono quelli che per definizione un giocatore, o se per quello essere umano, intelligente mai dovrebbe fare. Eppure Sengun ne ha commesso uno in un momento decisivo della partita. Perché? L’unica spiegazione plausibile che mi è venuta in mente è che è ormai a tutti gli effetti un giocatore importante nell’NBA. E nella Lega professionistica più importante al mondo ormai è tutto spettacolo e highlight. Ed è solo normale che, per finire sulle copertine, un giocatore debba fare una cosa iconica, storica, per poi essere ricordato per sempre, tipo “the shot” di MJ. Il mio sospetto è che nella testa di Sengun sia maturata l’idea che, per entrare nella storia della prima vittoria turca in un Europeo e per dimostrare che era stato lui il più importante giocatore della squadra, avrebbe dovuto fare qualcosa di clamoroso che poi diventasse un highlight personale storico. L’idea che bisogna semplicemente giocare al meglio per essere decisivi senza curarsi di quanto si impressionano gli spettatori e la stampa sembra essere dunque sparita dalla percezione che i giocatori, soprattutto quelli emergenti, hanno di cosa dovrebbe essere un vero gioco di squadra. Per informazioni più dettagliate su queste cose si prega comunque di contattare un signore di nome Julio Velasco che ve le saprà spiegare molto meglio di quanto non possa farlo io.

Tornando alla partita, dopo quel tiro della mia foto mentale, i tedeschi hanno buttato nel cesso anche l’attacco successivo, come hanno fatto subito dopo i turchi. Insomma, quando avevano ormai puntato il coltello alla gola dei tedeschi e avrebbero dovuto fare quello che una squadra dovrebbe metaforicamente fare in questi frangenti, cioè uccidere un moribondo prima che si riprenda, li hanno fatti rientrare in partita. I tedeschi hanno dimostrato ancora una volta di avere gli astri in modo vergognoso dalla loro parte con il tiro assurdo di Theis da tre, almeno un sei più uno all’Enalotto, nel finale Schroeder ha rimediato alla partita straordinariamente sciagurata che aveva giocato fino a quel momento (era stato con Sengun e Osman di gran lunga il miglior giocatore turco), i turchi hanno dimenticato di giocare sbagliando anche un assurdo layup da 10 centimetri dal canestro dello stesso Sengun, insomma alla fine hanno vinto i tedeschi. Scusate però, ma a me resterà in mente sempre la ferma convinzione che i turchi gliel’abbiano regalata su un piatto d’ argento. Certo, i tedeschi hanno giocatori mediamente più forti, più esperti dimostrandolo proprio nei minuti finali, ma come squadra i turchi erano molto, ma molto meglio di loro. E, contrariamente a quanto avete scritto voi, resterò sempre convinto che siano stati i turchi a perdere la finale e non i tedeschi a vincerla. Come detto, avrebbero dovuto affondare il coltello nei minuti descritti prima e secondo me proprio non ci sarebbe stata più partita.

C’è stata anche la finalina per il bronzo che mi ha onestamente deluso. Qualcuno di voi ha scritto che i finlandesi sono troppo per bene per avere la cattiveria agonistica necessaria e io ero pronto a confutare questa affermazione ricordando che i finlandesi sono ugro-finnici, leggi Mongoli che secoli prima seminavano il terrore in Europa vivendo da nomadi sui loro cavalli e mettendo a frollare la carne sotto le selle e che nella storia sono riusciti a rimanere indipendenti malgrado la Russia abbia tentato in tutti i modi di sottometterli riuscendo alla fine a sottrarre loro solo la parte più a sud, cioè la Carelia con Viipuri (oggi Viborg). Tutti ricorderanno sempre le imprese dei loro cacciatori sugli sci (da cui il biathlon come sport) sotto la guida del generale Mannerheim che fecero vedere i sorci verdi agli invasori russi, per cui parlare di finlandesi come popolo tranquillo è molto sbagliato. Come tutti quelli che sono stati molto cattivi in passato, esempio preclaro i danesi che circa 1500 anni fa seminavano il terrore in Europa sotto il nome di vichinghi, alla fine hanno capito di aver dato il loro e si sono calmati. Però nello sport l’anima più profonda di ogni popolo viene sempre a galla, per cui bisogna ricordare che nello sport i finlandesi sempre tutto saranno, meno che mansueti. Come i danesi e gli svedesi per esempio. Ed è fra l’altro anche questa una delle ragioni per cui le competizioni fra nazionali sono tanto interessanti e affascinanti. Chiaro, poi c’è stata la partita di ieri e quello che ho appena scritto sembra una straordinaria stupidaggine. Non so cosa sia successo, è stato come se il fatto di essere arrivati quasi a una medaglia dopo l’ottima partita giocata contro i tedeschi li avesse appagati, per cui ai greci è bastato fare il compitino per vincere. Adetokunbo ha finalmente vinto una medaglia per la sua nazione? Sono molto contento per lui, ma, almeno dal mio punto di vista, è stato, parlo proprio del suo rendimento tecnico in partita, una delle più grandi delusioni del torneo. Si è visto che è ampiamente limitabile, la Turchia ha fatto in merito un vero e proprio clinic che tutti dovrebbero copiare (per fortuna sua in America pensano sempre di saperne nettamente di più rispetto al resto del mondo, per cui continuerà laggiù a fare stragi e seminare terrore), ma la sua limitatezza tecnica con tutta una serie di movimenti fondamentali che proprio non sa fare, è venuta clamorosamente a galla. Secondo me è un vero e proprio peccato, perché un Adetokunbo, ragazzo d’oro, umile e grande lavoratore, con la scuola e le conoscenze tecniche di Markkanen sarebbe assolutamente inarrestabile e allora sì che sarebbe veramente da stropicciarsi gli occhi nel vederlo giocare.

A proposito, non so che conoscenze veramente tecniche abbiano i giornalisti che hanno fatto le scelte  per i riconoscimenti individuali, ma non mettere Markkanen nel primo quintetto è una vera e propria bestemmia, almeno dal mio punto di vista. Può starci Wagner, di Schroeder ho già detto prima, su Sengun, dopo quanto fatto nel finale della finale (scusate), mi viene qualche dubbio, anche se fino a quel momento lo aveva meritato alla grandissima, su Adetokunbo ho già detto la mia. Come avrete capito il primo quintetto che hanno scelto è per me, ma penso per molti soprattutto della mia generazione, ampiamente discutibile. Tanto per dire, e so che Llandre sobbalzerà quando lo leggerà: e un Jokić? Dove lo mettiamo? Per una volta che ha provato a far vincere sul serio la sua squadra rimane completamente dimenticato. Anche se, e qui è sempre Marzorati che parla, forse dovrebbe fare una capatina presso il nutrizionista di Dončić per fare in modo di perdere qualche chilo di grasso di troppo.

In definitiva è stato comunque un Europeo molto godibile, con tante sorprese, con un impegno totale da parte di tutti, fenomeni NBA compresi, con partite interessanti, incerte fino alla fine e certe anche molto belle, finale compresa. Per me comunque il vertice assoluto che mi ha fatto riconciliare con il basket è stata senza alcun dubbio la straordinaria partita che hanno giocato i turchi in semifinale asfaltando la Grecia in modo devastante. Un grande basket che non osavo sperare di vedere ancora in questi tempi bui di imbecillaggine NBA.