È una sensazione quasi onirica quella di aprire un sito, leggere con grande interesse i commenti e poi rendersi conto che in effetti la gente sta commentando quanto tu stesso avevi scritto. Mai provata prima. Nel senso che vorrei partecipare alla discussione salvo poi realizzare che in tal caso commenterei i commenti a me stesso. Ma io partecipo lo stesso ed in merito all'interessantissima ultima disputa sul basket sempre più diviso fra americano ed europeo, sui giocatori veramente vincenti eccetera vorrei aggiungere un altro spunto di riflessione. Il mio metodo per giudicare un giocatore a posteriori è in primis molto semplice e brutale: quanti titoli ha vinto? Nessuno? Non è stato un vincente per definizione della parola stessa. In secundis: che fine hanno fatto i giocatori che giocavano con lui? Dopo (o prima) erano più o meno forti (o considerati tali) rispetto al tempo in cui giostravano con lui in squadra? Quanto era forte Parish prima di giocare con Bird? Quanto era forte Worthy dopo aver giocato con Magic? Quanto era forte Pippen dopo aver giocato con Jordan? Fatevi un'analisi di questo tipo, voi che sembrate enciclopedici e sappiatemelo dire.

Tornando all'attualità sono veramente contento di non aver scritto nulla sulla rullata inflitta dalla Slovenia all'Australia perchè ora dovrei fare lo stesso su quella subita ieri dai turchi. Archiviamo. Dico solo un paio di cose: la Slovenia era veramente convinta di potercela fare e quando ha visto che era lontana per manifesta inferiorità ha sbracato. Tanjević, da vecchia volpe, ha magnificato la sua zonetta 2-1-2 inducendo lo staff tecnico sloveno a sprecare tre giorni per trovare il modo di attaccarla (trovato benissimo: nelle due occasioni in cui la Turchia è andata a zona un semplice alto-basso fra centri ha portato due volte Brezec a segnare indisturbato – comunque per scoprire che la zona si attacca in questo modo non ci volevano tre giorni, bastava un manuale del 1950) dimenticando clamorosamente di preparare tutto il resto, difesa per prima cosa. (Per continuare clicca su "leggi tutto")

Terzo e più importante: sfido chiunque a giocare contro una squadra che segna 8 su 11 da tre nel primo tempo (anzi, nei primi 14 minuti) con 6, diconsi 6, giocatori diversi, fra questi Onan, uno che chiunque battezzerebbe per primo, 2 su 2. E poi venitemi a dire che le partite si vincono in difesa. Ma fatemi il piacere! Certo che si possono, ripeto, possono vincere in difesa, ma se l'attacco funziona come ieri quello turco, si vincono sicuramente, matematicamente, inesorabilmente, implacabilmente, al 100%.

Ed infine, prima che venga approvata la famosa legge-bavaglio, vorrei pubblicare qui la registrazione di una segretissima conversazione avvenuta il primo di questo mese nella redazione del capo dei programmi sportivi della nostra emittente Roberto Siljan. 44 anni, ex (ma lui non se ne rende conto ancora) eccellente giocatore di basket, una volta arrivato in TV si trovò la strada per commentare il suo sport sbarrata da un vecchio trombone, per cui dovette ripiegare sul calcio (nonchè hockey, pallavolo...) Ciò non toglie che la sua conoscenza del basket sia esaustiva.

Dalla prima parte della registrazione, qui omessa, si evince che Roberto (d'ora in poi R.) sta leggendo la bozza del post di Sergio Tavčar (d'ora in poi S.) poi uscito col titolo di "Poco Gentile con Rubio".

Ed ecco la registrazione con l'avvertenza che il testo è tradotto in italiano dal dialetto istro-triestino nel quale si è svolto.

R.: Sergio, mi meraviglio di te. Paragonare Rubio con Dražen è una bestemmia.

S.: Robi, sai benissimo che non potrei essere più d'accordo. Però era giusto per far capire. Ti faccio una domanda: chi è più forte fra Teodosić e Rubio?

R. (con voce alterata): Sergio, ma per chi mi prendi? Perchè mi offendi? Ma che domanda è?

S.: Robi, e se ti dicessi che, fatta questa stessa domanda agli addetti ai lavori in Italia, mi avrebbero tutti guardato come si guarda un idiota e mi avrebbero risposto che i due non si possono paragonare, perchè, sì, Teodosić è forte, ma il campione è Rubio?

R.: Non è possibile.

S.: Sì che è possibile, anzi è certo, te lo garantisco.

R.: Allora veramente non capiscono un (incomprensibile).

S.: Esatto.

R.: Non pensavo che il basket italiano fosse tanto nella (incomprensibile).

S.: Eppure è così.

Fine della registrazione. Garantito e confermato che il colloquio (più che realmente avvenuto) si è svolto con questo testuale dialogo.