Innanzitutto grazie per gli auguri, anche se più passano gli anni, meno uno è ansioso di compierli, per cui più che una festa diventa di anno in anno sempre più una cosa che somiglia ad una commemorazione con gli amici con cui ti ritrovi a cena che sempre più emettono dettagliati bollettini sui loro acciacchi fisici, cosa che deprime ulteriormente la già dimessa atmosfera del convivio. Comunque una delle mie massime preferite (mia, nel senso che se l'ha già detta qualcun altro prima, non ne sono a conoscenza) è che l'umanità si divide in due categorie: fra chi nasce vecchio e chi muore giovane. Essendo io nettamente nella seconda categoria ne consegue che i compleanni e comunque tutte le feste altro non sono che date del calendario.

Sull'ultimo tiro dell'Olimpija contro il Barcellona devo dire innanzitutto che con la bagarre televisiva di questi ultimi tempi non ho trovato modo di seguire la partita in diretta in TV, né nella mia incapacità sono riuscito a trovare su Internet qualcuno che la trasmettesse gratis (mio fratello invece, che è un mago, nel senso che lo fa per professione, l'ha vista su uno strano sito che è riuscito a scovare da qualche parte, per cui quello che so della partita me l'ha detto lui), per cui seguivo gli aggiornamenti del risultato con l'idea di guardare la differita su Sportitalia, idea che ho ovviamente abbandonato quando ho saputo del risultato e di come è maturato. Ho visto poi però i highlights ed ho seguito le interviste postpartita. I giocatori dell'Olimpija sembrano sinceri, perché lo svolgimento dell'ultima azione sembrerebbe confermarlo, quando affermano che la decisione di giocare un isolamento per l'1 contro 1 di Gregory fosse stata concordata durante l'ultimo timeout. E tutto sommato non è stato un pessimo tiro. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").

Certo, se volete la mia opinione, le opzioni per l'ultima conclusione sarebbero state per il sottoscritto nell'ordine Ilievski e poi Ožbolt, due giocatori che già in passato hanno dimostrato di saper gestire i palloni decisivi con criterio (Ožbolt) e coraggio (Ilievski). Però come si può vincere (e di partite l'Olimpija ne ha già vinte quest'anno, non ultima quella di Roma) in questo modo, così si possono anche perdere. Non è un dramma. Secondo me è un dramma che il Barcellona debba tremare fino in fondo contro l'Olimpija vista la differenza economica fra le due realtà. Ma questo è tutto un altro discorso. Fra l'altro il Barcellona non mi convince granché (pensandoci bene, chi è che convinca quest'anno in Eurolega? Secondo voi? Secondo me nessuno, almeno ancora), senza contare che su Rubio mi sembra di star vincendo la partita a mani basse.

Un argomento stimolante di stretta attualità riguarda il sorteggio dei gironi dei prossimi Europei. 24 squadre sono senz'altro troppe e se questo allargamento è stato dovuto alla volontà di far entrare comunque anche l'Italia è abbastanza irrilevante. Il fatto è che la forbice di qualità fra le prime e le ultime è abbastanza stridente, per cui soprattutto nella prima fase vedremo molte partite dal risultato scritto ancora prima di scendere in campo. Però detto questo il sorteggio è riuscito benissimo, tanto che lette le composizioni dei gironi mi è venuta immediatamente la voglia che gli Europei cominciassero il prima possibile. Magnifico il girone balcanico con la Grecia e le altre quattro ex-jugoslave: ogni partita sarà un'avventura da gustare dall'inizio alla fine. Senza tenere in conto anche il fatto che questo girone andrà ad incrociare quello ex-sovietico della Slovenia con Russia, Georgia ed Ucraina, per non parlare della Bulgaria, da sempre considerata la 16.esima Repubblica sovietica. Dall'altra parte ci sono due gironi più che tosti, come sempre accade in questi casi, quando la squadra di casa si ritiene abbastanza forte da sopravvivere a questa fase per poi incontrare nell'unica partita che conta veramente, il quarto di finale, un'avversaria sulla carta battibile. (A proposito, c'è ancora qualcuno fra voi che creda che i sorteggi di queste grandi manifestazioni siano casuali, affidati alla buona sorte? Io no, non l'ho mai creduto, semplicemente perché sarebbe idiota da parte degli organizzatori andare contro i propri interessi soprattutto economici, quando un sorteggio si può taroccare in milioni di modi invisibili). L'Italia mi sembra che avrà le sue belle gatte da pelare e, se fossi Pianigiani, mi preoccuperei non poco. La Serbia mi sembra fuori portata, la Germania e la Francia sono sempre tostissime, con Israele ha già perso, per cui... della serie, qui si parrà la tua nobilitade.

E per finire vorrei introdurre l'argomento dei miei prossimi interventi, quello a me sempre caro del regolamento. Tempo fa avevate iniziato nei vostri commenti il discorso in merito. Uno di voi aveva tirato in ballo le riunioni della FIBA e di come certe nuove regole sembrino partorite da sostanze altamente allucinogene e comunque inibitorie del buon senso che si erano impossessate degli estensori al momento di accoglierle. Già il buon vecchio Aldo Giordani attribuiva certi cambi di regolamento presi alla pene di segugio, come diceva lui, ad abbondanti libagioni di birra che venivano celebrate durante le riunioni della FIBA che quella volta aveva sede a Monaco di Baviera. E certamente non si poteva non dargli ragione, soprattutto quando vennero fuori con la madre di tutte le puttanate, se vi ricordate, quella per cui l'azione si interrompeva quando suonava la sirena dei 24 secondi, anche se la palla era già in aria, scagliata in tempo utile. Creando casini galattici che ovviamente ora non ci sono più, appena si è ritornati ad interpretazioni blandamente umane della regola. Un'altra regola che continuerò a non capire e che continuano ad usare pervicacemente è quella della freccia del possesso. Tanti anni fa, parlando con l'ex arbitro internazionale Luglini di Monfalcone, quello fra l'altro che mi esaminò al mio primo corso di allenatori sulla parte regolamentare, mi disse che durante il corso per nuovi arbitri dava particolare importanza al lancio della palla sul salto a due, spiegando agli apprendisti la giusta tecnica di lancio, e facendo loro ripetere il gesto fino a che non riuscivano a farlo in modo accettabile, pena la non promozione al corso, perchè, diceva: "dal lancio della palla può dipendere l'esito di una partita e sarebbe delittuoso che noi arbitri influenzassimo la partita solo perché non sappiamo fare un lancio decente". Per dire, come ragionavano i gentiluomini di epoche passate. Se si poteva fare allora, perché non si può più fare adesso? Ed abolire questa regola idiota che, lei sì, in dipendenza dalla direzione della freccia, può influenzare in modo decisivo l'esito di un match?

A questo punto penserete che partirò lancia in resta contro la nuova regola del semicerchio. Ed invece no. Secondo me l'idea è più che giusta, è l'applicazione che è totalmente sballata. L'idea vera è che sotto canestro normalmente un attaccante è lanciato nella direzione dello stesso, o per essere in volo dopo un terzo tempo o per aver staccato da centro area. Ora Galileo e Newton hanno scoperto che un corpo in aria non può più cambiare direzione una volta spiccato il balzo. E allora cosa si faceva tempo fa? Mentre l'attaccante volava, il difensore aveva tutto il tempo di metterglisi sotto e di attendere lo scontro quando questo prima o poi atterrava. Sfondo e canestro non valido. Sommamente ingiusto, perché l'attaccante aveva palesemente staccato quando fra lui ed il canestro non c'era ancora nessuno. Il semicerchio dovrebbe dunque solo ed esclusivamente dirimere questi casi dicendo che mettersi sotto ad un attaccante in volo è una stupidità, perchè corri il rischio che quell'altro ti asfalti per niente, visto che lo sfondamento non esiste. Tutto qua. Ora se gli arbitri, da come mi sembra di capire, lo interpretino in modo molto più cavilloso è affare loro. Fra due che si spintonano sotto canestro lo sfondamento (ed i passi del centro!!!) dovrebbe sempre e comunque valere. Come si vede alla fin fine tutto dipende dal criterio arbitrale. Ma questo è tutto un altro discorso, rispetto alla lunghezza del quale Guerra e Pace sembra un racconto breve, che si avrà ancora tempo di affrontare in una serie infinita di puntate.