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Mal-lenatori
- Scritto da Sergio Tavčar
Non ci posso fare niente e la cosa mi angoscia. Non posso più guardare il basket, mi arrabbio troppo e il dito scatta inesorabilmente su qualche altro canale. Ma la cosa che più mi angoscia veramente è il fatto che sono sempre più lontano dall’ opinione pubblica generale, anche di gente che stimo e che scrive su questo blog. Io vedo una cosa e poi sono costretto a leggere di aver visto tutta un’altra cosa rispetto a quello che hanno visto gli altri. E arrivo alla conclusione che non ci capisco niente, anche se poi in effetti, quando sono in compagnia di gente che dal mio punto di vista capisce di basket, le loro opinioni collimano quasi perfettamente con le mie. Poi mi accorgo di avere a che fare con gente che ha vissuto il mio stesso basket, che magari sono stato io a allevare ai loro inizi, e mi persuado che siamo un po’ una setta di apostati che è sempre più fuori dal mondo. Della serie, fermate il mondo che voglio scendere.
Il libro secondo me
- Scritto da Sergio Tavčar
Questa volta la faccio grossa e, seppur vergognandomi di farmi auto-pubblicità, vi dico lo stesso che ho appena finito la prima stesura del mio libro, quello che io reputo a tutti gli effetti il mio secondo. Nel senso di mio, scritto e pensato interamente dal sottoscritto. Ho voluto lasciare una testimonianza sulla storia della redazione sportiva di Telecapodistria, dai primi avventurosi albori attraverso i tempi d’oro fino ai giorni odierni di purtroppo inevitabile decadenza, per non dire sparizione tout court. In pratica si tratta di una cavalcata nel tempo, arricchita anche di gustosi e a volte esilaranti aneddoti, che racconta l’improbabilissima storia di una banda Alan Ford di dilettanti allo sbaraglio diventata incredibilmente, e a nostra totale insaputa, una specie di mito in Italia. Dovrebbe uscire in autunno per i tipi di Bottega Errante, sperando ovviamente che non facciano troppo gli editori e lascino abbastanza le cose come stanno, nel senso di come le ho scritte io. Come ben sapete, del fatto che i miei periodi siano forbiti, costruiti secondo i giusti crismi lessicali e grammaticali, non potrebbe fregarmi di meno. Volendo, credetemi, saprei scrivere anch’io in modo asettico e formale, ma io voglio che la gente, leggendomi, mi senta quasi parlare al microfono con tutti i miei difetti e magari anche con gli ineludibili accento e cadenza triestini.
Uomini, donne, bestie e denaro
- Scritto da Sergio Tavčar
Pensavo di aver già detto la mia in modo definitivo sulla questione dello sport femminile e di come viene visto e valutato, anche in termini commerciali. Visto che però sono stato tirato in ballo con una mia citazione al tempo molto pertinente al discorso che stavo facendo e che ovviamente difendo con tutte le mie forze, ma che fuori dal contesto è stata completamente fraintesa (Franz, il personaggio che ci capisce poco è esattamente il sottoscritto) penso che devo mettere i puntini sulle i e chiarire e spiegare quale sia esattamente la mia opinione, ma soprattutto quali siano secondo me i punti chiave della questione. Punti che sono, secondo me (a parte, a giudicare dai commenti, Pado e Boki che centrano perfettamente il problema e con i quali sono totalmente d’accordo) non colti dalla maggior parte dei commentatori che si focalizzano su questioni non pertinenti, almeno dal mio punto di vista. Dopo questo pezzo sulla questione taccerò per sempre.