Prima che il Gallo canti...
- Scritto da Sergio Tavčar
"Grande lettura dello spazio". Troppo bella per essere vera. Siamo ai vertici più sublimi dell'ermetismo poetico. "Leggo lo spazio". Ungaretti non avrebbe saputo fare meglio. Certo che ormai stiamo galoppando a briglie sciolte. Mi è piaciuta molto la vostra disamina dei triti e ritriti modi di dire che hanno disegnato proprio il quadro che speravo venisse fuori. Quell'altra è anche micidiale: "si appoggia al tabellone". Mi credete se vi dico che la prima volta che l'ho sentita mi è venuto spontaneo di chiedere a voce alta (vivo da solo, per cui la cosa era anche abbastanza ridicola): "Perché? Stava cadendo?". Come l'abitudine sempre più radicata di non usare più la vetusta descrizione dell'esecuzione dei tiri liberi come "va a tirare in lunetta", che se ci pensate era anche un modo carino di dire (e che io pervicacemente continuo contro tutto e tutti ad usare) come "tira dalla linea della carità", modo di dire che non so da dove sia venuto e che la prima volta che l'ho sentito mi ha fatto cadere dalla sedia. Fra l'altro nel florilegio di frasi mie vere ed apocrife che circolano in rete non c'è una che ho detto veramente durante una telecronaca alle prese con un tiratore particolarmente inefficace nei tiri liberi: "la linea del tiro libero certi la chiamano linea della carità, ebbene per XY più che linea di carità è linea di disperata questua". Carità per che cavolo di ragione? Perché i tiri liberi che uno si procura sono un'elemosina degli arbitri? O cos'altro? Ora si usa molto dire che i tiri liberi sono tiri scoccati a cronometro fermo. E chiamarli semplicemente tiri liberi? Cosa ci sarebbe di male? Tutto quanto sembra onestamente un tentativo di mettersi in mostra in modo molto moderno, cioè fasullo perché falso ed irrilevante, senza alcun tipo di sostanza dietro. Ed è questo che mi fa arrabbiare. Uno dovrebbe usare neologismi o parole magari anche desuete o mai usate prima in un determinato contesto quando ha qualcosa da dire che nessuno ha detto ancora o più modestamente quando vuole esprimere un concetto un tantino più complesso, se no va benissimo usare le espressioni di uso comune, anche perché, soprattutto con un microfono in mano, ma vale anche per la carta stampata, la chiarezza è fondamentale per spiegarsi meglio e per mettere lo spettatore (o lettore) a suo agio. Usare espressioni contorte solo per "meravigliare il borghese", come dicono i francesi, è un'operazione, scusatemi, fondamentalmente disonesta. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Questione di maneducazione
- Scritto da Sergio Tavčar
Oggi esordisco con una disperata richiesta di aiuto. Qualcuno per favore mi spieghi come sia successo che Milano abbia perso contro il Partizan. Stavo guardando una partita che ad un dato momento era diventata una trionfale passerella, per cui ho cambiato canale guardando la replica della prima giornata della Presidents' Cup di golf. Qualche tempo dopo sono ritornato a guardare la partita per vedere il finale ed ho visto un risultato assurdo, incredibile. Ma come è successo? Ad occhio l'idea che mi era venuta guardando il penoso finale casalingo contro l'Efes era che la squadra stesse ancora cercando le gerarchie giuste, per cui nel finale succedeva il classico caos disorganizzato delle squadre che non sono tali nelle quali ognuno si sente salvatore della patria col risultato che alla fine, direbbe Giordani, se la danno in faccia o, peggio, la danno direttamente agli avversari. Voglio dire che per giocare i finali di partita bisogna perfettamente sapere chi porterà la palla, a chi la stessa dovrebbe andare quale prima opzione, a chi quale seconda opzione ed a chi assolutamente non dovrebbe mai andare, nel senso che è in campo esclusivamente per andare a prendere il rimbalzo o l'assist sotto canestro. Se non si mettono in chiaro queste cose il risultato è il famoso casino cosmico che causa lo scioglimento inevitabile di qualsiasi tipo di gioco. Ma, di grazia, 21 avanti! Contro una squadra con esterni scarsi (il migliore rimane sempre il vecchio Kecman – letto Ketzman – se a qualcuno interessa a mo' di divagazione storico-etnologica attorno alla cittadina di Šabac nella Serbia occidentale c'è da sempre stata un'enclave di gente dalle origini tedesche, per cui da quelle parti ci sono tantissime persone con cognomi tedeschi scritti poi nella grafia serba), incapaci di mettere la serie di triple assurde che uniche possono riaprire partite del genere. Voglio sapere! Una sola considerazione che forse stavolta non c'entra niente. È dai tempi della Crvena Zvezda che mi sforzo di capire le doti di Omar Cook che nella mia ignoranza continuano a sfuggirmi. Ma visto che tutti che se lo contendono a peso d'oro devo essere io a non capire un tubo di basket. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Ci vuole un fisico bestiale?
- Scritto da Sergio Tavčar
Mi scuserete se all'inizio voglio continuare a battere il tasto che per me è diventato quasi una questione di orgoglio. Contesto infatti vivamente (confortato in questo dalle esaustive analisi di wf2) che oggigiorno i fisici siano tanto migliori rispetto a quelli dei tempi che furono. Do atto, perché sarebbe stupido non farlo, che oggigiorno la base si è allargata, che mediamente la gente, anche per gli aiuti farmacologici che sono stati nel frattempo scoperti, è più grossa, fondamentalmente, rispetto ad una volta e che ce n'è molta di più. Nel senso che una volta si poteva giocare a basket anche essendo mingherlini, oggi è molto più difficile. Lascio stare i metri arbitrali troppo permissivi (dal mio punto di vista), lascio stare anche il discorso che di giocatori meramente tecnici oggigiorno si è perso lo stampo, per cui non c'è lo straccio di una controprova, insomma do per acquisite cose che per me sono tutt'altro che tali. Però, scusate, solo perché oggigiorno esiste un marziano di nome Usain Bolt non si può generalizzare. Vorrei solo umilmente ricordare che nel '36 JC Owens correva i 100 metri in 10"2 allenandosi come ci si allenava quella volta, cioè praticamente niente (ed infatti vincevano i dilettanti, cioè i ricconi che potevano dedicare più tempo rispetto agli altri ad allenarsi). E che in lungo saltava oltre gli 8 e 10 su pedane di terra battuta, misura che ancora oggigiorno fa andare in finale alle Olimpiadi (sul sintetico rimbalzante). Vorrei ricordare che Bob Hayes corse 9"9 elettrico a Tokio nel '64 sempre sulla terra battuta, vorrei infine ricordare che ancora a Mosca senza gli americani l'alto si vinse a 2,36, sempre misura che ancora oggigiorno permette di avere ottime speranze di vincere alle Olimpiadi (32 anni dopo). Del resto, da quanto dura il record di Sotomayor? E, tornando all'oggi, se non ci sono Bolt e Gay, quali sono i tempi sui 100 metri (sempre sul sintetico rimbalzante)? Insomma, almeno su questi dati oggettivi spero di non essere contestato. Nei vostri interventi vorreste avere notizie di giocatori del passato. A questo punto vi do due nomi che pochi di voi ricorderanno: Darrell "Skywalker" Thompson e, uno a caso, Larry Nance, gente che se non stava attenta si spaccava il cranio sul ferro, per non parlare di Jabbar che per scommessa andò a prendere il cappellino posto sulla cima del tabellone. Chiaro, voi in genere avete percezione di Jabbar per come giocava alle soglie dei 40 anni (classe '47, nato esattamente 10 anni prima di mio fratello, il 16 di aprile, giorno anche di Charlie Chaplin, per questo lo ricordo bene), cioè di uno che giocava di esperienza, tecnica e classe, per cui (come per Ćosić, o anche Sabonis, se è per quello) non potete ricordarvi delle devastanti doti atletiche che aveva Jabbar da giovane quando ancora si chiamava Alcindor, sia all' UCLA, che poi nei primi anni a Milwaukee. Di Wilt "The Stilt" Chamberlain ho già parlato, per cui inutile insistere. Chi nega l'evidenza continuerà a negarla. Certo, ce n'erano di meno, ma c'erano, credetemi. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto).
Pian e ben!
- Scritto da Sergio Tavčar
Scusate il ritardo, ma non è dipeso dalla mia volontà. Nel senso che mercoledì, giorno deputato alla stesura del post, ero impegnato a Monfalcone nel turno infrasettimanale di B2. Una volta andato a casa, e guardate le partite di calcio in TV (non meravigliatevi, sono normale e non snob, il calcio è uno sport che si segue volentieri, facendo finta che sia tutto vero) andato a dormire, nel momento stesso in cui ho spento la luce sono stato colto da un violentissimo attacco febbrile che mi ha messo letteralmente KO per tre giorni e solo sabato sono riemerso fra i vivi ritornando anche a lavorare in condizioni quasi normali. Il corollario di tutto ciò è che ovviamente ho vaghi ricordi di partite viste in TV con ricordi nebbiosi, nel senso che è difficile concentrarsi in quelle condizioni sullo svolgimento del gioco per capire cosa succede realmente e non quello che ti raccontano i commentatori (che a volte, sia chiaro, ci azzeccano, ma a volte anche no), per cui non attendetevi da me pensose e ponderate dichiarazioni sulle varie squadre di Eurolega, nel senso che non ho proprio materiale per poterle neanche tentare e tutto quel che potrò dire saranno solo vaghe sensazioni sottoposte a tutte le cautele del caso e con grosse possibilità di costituire cantonate galattiche. C'è però una cosa di cui sono sicuro. La settimana scorsa gli amici Firmani e Colosetti di Udine, grazie ai loro agganci con l'entourage del Barcellona sono riusciti a procurarsi tre biglietti omaggio per la partita del Barca a Lubiana ed hanno avuto la squisita cortesia di invitarmi con loro. E dunque ho visto la partita da un posto favoloso alle spalle della panchina del Barcellona ed una conclusione di solidità granitica l'ho potuta trarre dopo pochi minuti: gli americani dell'Olimpija quest'anno fanno schifo. Chi ha visto la spazzolata del primo quarto di Siena capirà cosa voglio dire. L'unico decente sarebbe Green se solo avesse idea di cosa significhi giocare a basket, gli altri sono da News Release (i più anziani si ricorderanno che erano una truppa di predicatori pseudo-geoviani, insomma integralisti fino al midollo, che andavano in giro a predicare il "verbo" attirando la gente con partite amichevoli contro squadre locali di basket). Sono quasi meglio i giovani sloveni e Bertans, peccato però che per contratto debbano giocare gli americani. L'unica speranza è riposta nelle qualità di Filipovski che da sempre riesce a fare le nozze coi fichi secchi e sono sicuro che prima o poi qualche tipo di equilibrio riuscirà a trovarlo. Di Top 16 però neanche parlarne. Sul Barcellona non sono tanto sicuro che sia peggio dello scorso anno, e non tanto perchè ha preso Eidson che è in realtà un cambio come tanti (sempre meglio di Ingles, ovvio), ma perchè finalmente è tornato Mickael, giocatore della madonna, lui sì in grado di spostare equilibri importanti, soprattutto perchè finalmente Erasmo ha qualcuno con cui dialogare alla pari. Rimane il problema strutturale del play: Marcelinho è quello che è, straordinario giocatore da AllStar-anzan game, ma che di playmaking capisce come io di computer, cioè per sentito dire. Bisognerà vederlo all'opera contro squadre che lo leggeranno nel modo giusto, penso sempre al Pana, e qui ho molti dubbi, per non dire certezze. Ed in più in panchina c'è sempre Pascual, purtroppo per loro. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Testa di calcio
- Scritto da Sergio Tavčar
I vostri ultimi commenti sono stati un po' per il sottoscritto lo sventolio della muleta davanti al toro, perchè mi danno lo spunto per partire lancia in resta per una di quelle disquisizioni psico-socio-filosofiche che sono la rovina dei miei interlocutori abituali. Non prima però di avervi ringraziato tutti pubblicamente per il caldo responso alla proposta di vederci dal vivo. Per la cronaca i siti da me individuati non rientrano nella categorie delle osmice (scusate, ma lo scrivo alla slovena, perchè è un'invenzione "nostrana") dell'elenco che avete postato, ma più in quelli dell'agriturismo, anche se per noi sempre di osmice si tratta. Per i conoscitori avevo in mente o Lupinc a Prepotto-Praprot, o Colja a Zagradec-Sagrado (che non c'entra con quello in provincia di Gorizia). Piščanci sarebbe perfetto, peccato che l'agglomerato di case che lo compone sia su un pendio dalla pendenza media del 25% e parcheggiare lì in tanti è improponibile. E poi per trovarlo ci vuole la bussola o una mappa militare. I conoscitori dicano la loro.
Sul perchè del calcio sia lo sport di gran lunga più popolare al mondo e muova i sentimenti della gente su piani irraggiungibili da qualsiasi altra attività ludica sono stati scritti fior di trattati da gente con crani smisurati e studi infiniti, per cui non credo sia qui inventabile l'acqua calda. È lo sport più facilmente praticabile, a tutti noi quando camminiamo per la strada viene sempre l'irresistibile impulso di dare un calcio al ciottolo che ci si para davanti, eccetera. Tutto vero. Però, come hanno scritto gli analisti più impegnati, il calcio è lo sport che meglio riflette lo stato reale della vita. È lo sport dove, come nella vita reale, prevale il furbo, meglio se un po' lestofante, più che il bravo o intelligente, dove la fortuna gioca un ruolo preponderante ed assolutamente imprevedibile (Giordani, se ricordate, lo chiamava "divino flipper"), dove il fatto stesso che le marcature siano poche, esse vengono vissute come una liberazione ed un momento di estasi collettiva che difficilmente possono ripetersi in altre attività agonistiche. E poi ha un vantaggio assolutamente decisivo: è facilmente comprensibile, con regole elementari, quasi primitive, per cui basta vedere un paio di partite per pensare di essere esperti. Ed infatti, se ci fate caso, c'è una moltitudine di gente che dice: "io di sport non ne capisco, però il nostro Mister è uno sprovveduto". Ma come! Se non capisci di sport come ti azzardi ad aprire bocca? Evidentemente l'opinione comune vive il calcio non come uno sport, ma come un metafenomeno di qualcosa di ancestrale che tutti possediamo. E dunque pensare di minacciare il calcio in fatto di popolarità è impossibile, anzi stupido. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Fenomeni a casa loro
- Scritto da Sergio Tavčar
Subito una precisazione: la lunga discussione che Walter ha innescato sul rugby non solo non mi ha disturbato, ma mi ha fatto molto piacere. Un luogo come questo (non uso apposta la parola sito) è solo doveroso nelle mie intenzioni che ospiti interventi che servano a far progredire la cultura sportiva, come si dice, a 360 gradi. Dirò di più: non avrei niente in contrario anche se si parlasse al limite del tanto bistrattato calcio in termini tecnici, parlando di schemi, di chimica di squadra, di tecnica, di pressioni psicologiche, se cioè si andasse più a fondo al fenomeno del perchè proprio uno sport tutto sommato non fra i più intelligenti che ci siano (scusatemi, ma come sapete preferisco essere chiaro e dire pane al pane e vino al vino) sia lo sport di gran lunga più importante al mondo. Quello che voglio dire è che lo sport, tutto lo sport, riassume in sè tutta la società umana, nel bene e nel male e conoscere i fenomeni più ancestrali che muovono l'interesse della gente verso lo sport è uno dei misteri ancora meno sondati che ci siano. Io sono fermamente convinto che conoscendo bene lo sport e le motivazioni di coloro che lo praticano e che lo seguono si riescono praticamente sempre anche a cogliere in anticipo i mutamenti sociali che stanno avvenendo nella società potendo prevedere in largo anticipo cose che poi avranno estrema importanza in campo politico e sociale. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Macerie e Maccabi
- Scritto da Sergio Tavčar
Post volante perchè mi sono state fatte due domande specifiche che non voglio eludere.
Kobe Bryant in Italia: credevo di essere stato più o meno perfetto sintetizzando il mio pensiero in modo che ritenevo più che riuscito nelle prime quattro righe del terzo capoverso dell'ultimo post. Evidentemente sono stato troppo ermetico ed in questi tempi di esposizioni logorroiche nei quali si è ormai inesorabilmente perso il dono della sintesi evidentemente la massima parte di voi non c'è arrivata. Allora, per chi ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Esempio, a mo' di metafora. Il calcio spagnolo sciopera (neanche tanta fantascienza, perchè lo ha fatto sul serio) e chiude. Il Lecce (o se per quello il Chievo, o l'Atalanta o il Siena) ipoteca lo stadio per ingaggiare per cinque partite Leo Messi per far parlare di sè ed avere ritorno mediatico facendo fuoco e fiamme per spostare le partite del calendario ed arrabbiandosi molto quando le altre squadre gli rispondono che se vuole comprare Messi sono cavoli suoi e che i calendari sono una cosa seria. Messi arriva, gioca cinque partite sotto i riflettori facendo spettacolo e portando, poniamo, 15 punti al Lecce (o, come detto, chi per lui), anche se non è assolutamente detto che ci riesca vista l'attitudine con la quale si presenta alle cinque partite cinque di spettacolo, dopodichè ringrazia, dice quanto è stato bello giocare a Lecce, mi ricorda tanto Barcellona, torna a casa ed il Lecce, dopo essersi svenato ed aver danzato sulla ribalta per un mese, ritorna quello di prima, anzi peggio, perchè tutto l'ambaradan mediatico nel frattempo evapora. Vi sembra una cosa seria? A me fa schifo. Onestamente tutto quanto ha un'aria che si avvicina tanto alla prostituzione nel nome di interessi che con lo sport nulla hanno a che fare che solo a pensarci mi viene il voltastomaco. A me sembra che il basket italiano, con queste mosse disperate, stia facendo esattamente quanto aveva fatto il Cosmos di calcio tanti anni fa, scatenare una tempesta mediatica pensando così di rilanciare l'interesse per il basket in Italia. Come finì il Cosmos lo sappiamo. Come pure sappiamo che il calcio in America ha messo comunque grosse radici ed ora è una cosa più che seria quando hanno cominciato a praticarlo nelle scuole elementari e medie, quando cioè la sua popolarità ha cominciato a svilupparsi dal basso coinvolgendo ragazzini e genitori, quando cioè ha cominciato a fare la trafila regolare per ogni sport che vuole dapprima emergere, poi radicarsi ed infine progredire.
Per cui, per essere di nuovo lapidario. Cosa lascerà Kobe Bryant quando ritornerà in America? Macerie.
Sul Maccabi in Lega Adriatica. La ABA (Adriatic Basketball Association) è una Lega privata, per cui le iscrizioni sono più o meno aperte, salvo alcune regole che comunque variano di anno in anno, ma che comunque contemplano sempre la possibilità di distribuire almeno una wild card. Il Maccabi in Lega Adriatica ci ha già giocato e, se pensa di ripetere l'esperienza, vuol dire che la prima volta ha avuto riscontri positivi. È solo ovvio che la sua presenza porterà solo benefici alle altre squadre partecipanti, soprattutto a quelle di seconda e terza fascia per le quali la Lega Adriatica è il massimo cui possono ambire, penso per esempio alle due slovene Helios e Laško, penso al Široki Brijeg o al Radnički, anche se la Lega stessa sconta quello che sarà sempre il suo peccato originale, quello cioè di essere una Lega di cerniera fra i totalmente poco competitivi campionati nazionali e dall'altra parte l'Eurolega o l'Eurocup. Nel senso che le squadre che giocano soprattutto in Eurolega prendono la Lega Adriatica quale competizione di riscaldamento, non certamente come la competizione di riferimento della stagione. Penso che sia esattamente la stessa attitudine che hanno le massime squadre italiane di calcio nei confronti della Coppa Italia.
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