Mistero Buffo-n
- Scritto da Sergio Tavčar
Come state? Quanto tempo non ci sentiamo? Molto. Mi scuso. La settimana scorsa ero impegnato con le telecronache degli Europei di nuoto (quante volte ho detto che la testa è fondamentale? Meditate sul caso Pellegrini), per cui mi sono perso tutta una serie di partite di basket con la serie finale in Grecia in primis (ahimè, non ho visto proprio niente, perché erano a orari in cui ero in cabina di commento), con i playoff spagnoli in secundis, con l'NBA in tertiis e ad cetera, per continuare a fare il figo, con i playoff italiani. Mi sono rifatto un tantino in questi ultimi giorni, ma sono sicuramente ancora molte miglia dietro a voi che mi leggete e commentate, per cui lascio parlare a voi e semmai dirò qualcosa alla fine delle danze, sempre però tenendo conto del fatto che siete molto più informati di me, per cui qualunque cosa dicessi potrebbe anche essere una solenne baggianata. Fra l'altro in questi giorni mi sono anch'io lasciato un tantino contagiare dalla mania hockeyistica che ha pervaso la Slovenia col maxischermo in piazza a Hrušica (paesotto della Carniola superiore vicino a Jesenice) che a notte fonda segue le gesta del suo enfant du pays Anže Kopitar, impegnato con i Los Angeles Kings nelle finali NHL, per cui la mia attenzione nei riguardi del basket non è che sia proprio massima.
Lasciando dunque stare per ora il basket vorrei comunque dire qualcosa su quanto sta succedendo nel modo del calcio con l'ultimo (per ora) scandalo delle scommesse. Una riflessione insomma su quanto sta succedendo tentando disperatamente di sfuggire a qualsiasi tipo di retorica ed ipocrisia. Per cui chiunque sia in sintonia con la melassa "mainstream" che ci stanno ammannendo i vari media di tutti tipi (chissà come sono tutti unanimi...) si fermi qui e non legga avanti, perché quanto voglio dire è politicamente di una scorrettezza blasfema. Un po' maliziosamente annuncio pure che sono sì iscritto all'albo dei giornalisti della Slovenia, ma in Italia non sono nessuno, per cui nessun ordine può farmi niente, visto che non vi sono iscritto e dunque non faccio parte di alcun tipo di casta. E dunque posso dire e scrivere quello che voglio e che soprattutto sento. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
I campioni (dei) superlativi
- Scritto da Sergio Tavčar
Penso che sia mio dovere mettere subito un altro post principalmente per motivi tecnici, cioè per non intasare quello precedente con i vostri furiosi commenti, nel senso che è stata una valanga che rischia di incasinare tutto. Così almeno dividiamo un po' il tutto.
E già che ci sono non posso non ovviamente commentare i vostri commenti al mio commento. Prendetelo come il mio contributo alla lista dei commenti. Mai come stavolta infatti voglio partecipare anch'io alla discussione (già vedo la sconvescion...finché non ci butteranno fuori...).
Intanto first things first. Sono felice, veramente non c'è altra parola, che il mio amico Andrea Padovan, che forse non tutti sanno, ma è il bravissimo quanto sfortunato coach che si è visto squagliare la sua Falconstar sotto gli occhi senza che lui poverino c'entrasse nulla, abbia finalmente trovato il coraggio e la voglia di inserire il suo contributo. Spero solo che continui un po' più spesso, in quanto lui entra a pieno titolo nella ristrettissima cerchia di persone che stimo a tal punto che possono a suon di ragionamenti farmi cambiare idea su un qualsiasi argomento, e credetemi, ormai un po' mi conoscete, la cosa è al limite dell'impossibile. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Pianto greco
- Scritto da Sergio Tavčar
Non so se sono più scioccato, deluso, meravigliato o incazzato nero dopo la finale di ieri dell'Eurolega. Io sono uno che in ogni sport ha sempre fatto il tifo per quelli che giocavano meglio. Volevo sempre che la giustizia sportiva trionfasse ed anche quando la mia squadra vinceva immeritatamente mi lasciava sempre un retrogusto amaro, come se in realtà non avessimo vinto, o meglio avessimo vinto solo sulla carta, ma non moralmente. Per questo mi piange il cuore per Andrej Kirilenko, uno che se ce n'è di giocatori meritevoli di vincere una Coppa Campioni, questo è proprio lui. E' da tempo immemorabile che non vedo uno che è una stella e che potrebbe comodamente comportarsi da tale approcciare una partita con una tale disponibilità a rendersi utile in tutti i modi, a fare tutti i lavori sporchi, a fare insomma assieme da gregario e da campione. E se poi penso che quest'anno ha abbandonato l'NBA proprio per vincere l' Eurolega ed ha avuto questo risultato dopo che lui ha fatto ben di più del suo dovere (ricordatevi che la semifinale l'ha vinta da solo) e poi in questo modo straziante, solo perché era circondato da imbecilli senza palle, allora veramente verrebbe da imprecare altamente al destino cinico, crudele e baro, ma soprattutto sommamente ingiusto.
Ma vi rendete conto di chi ha vinto l'Eurolega? Una squadra senza un centro vero (sì, Dorsey, giocatore di peso, modesto, capace di fare molti lavori ma non certamente di metterla in canestro), con Acie Law in regia (il suo palleggio sul piede con palla in out è stato uno dei momenti più esilaranti della partita), con tutta una serie di giocatori che non sono né carne né pesce, con lo stesso Spanoulis che è un classico giocatore da campetto, sopraffino, intelligente, tutto quel che volete, ma che pretende che la squadra giochi tutta per lui, nel senso che o fa quello che vuole, oppure non rende. E' bastato che un giocatore che, credetemi, non è certamente un campione, vedesse nel fine settimana tutte le Madonne del mondo, da Loreto a Lourdes a Fatima per finire con Međugorje, parlo ovviamente di Papanikolaou, per affondare una squadra che aveva un tasso tecnico di ben altra levatura. Se si vuole una sorpresa del genere entrerà nella storia del basket, ci faranno dei film, tipo quello della vittoria degli USA di hockey sull'URSS a Lake Placid (chissà perché al centro di queste storie nel ruolo di vittime ci sono sempre russi o comunque squadre slave), sarà una storia da raccontare per lustri a venire, ma ciò nondimeno rimane che il risultato di ieri è uno schiaffo al gioco del basket, inteso come intelligenza applicata al gesto tecnico ed atletico con annesso gioco di squadra. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Cartoni Rossi
- Scritto da Sergio Tavčar
In attesa delle Final Four dell'Eurolega e delle fasi decisive dell'NBA (che per adesso non guardo ancora, per cui non chiedetemi nulla, perché proprio non so niente) non mi andava di scrivere di basket, e dunque non sapevo proprio di cosa scrivere.
Poi mi avete dato un ottimo spunto, alimentato dall'ormai mitico cartone di Delio Rossi al suo viziato giovincello che aveva avuto l'ardire di sostituire. Devo dire che sul momento non ci avevo riflettuto, sotto choc com'ero per l'incredibile cagata perpetrata dal più forte portiere del mondo che potrebbe privarci del meritatissimo scudetto della terza stella (scusate, ma come ho avuto più volte modo di dire: ci sono solo due cose sicure al mondo, una è che Elvis è ancora vivo e l'altra è che la Juve ha vinto 29 scudetti). L'argomento però è ghiotto e si presta a tutta una serie di considerazioni.
Intanto una premessa. Sta per parlare uno che in vita sua, fra le innumerevoli squalifiche subite nella sua carriera di focoso allenatore, ce ne ha una che è ancora gelosamente conservata e che mi arreca sempre un perverso godimento quando la riguardo, perché penso di essere in questo campo una specie di unicum. La squalifica recita: "L'allenatore della SS Polet Sergio Tavcar è squalificato per due turni per avere fisicamente infierito su un suo giocatore". La storia intera, per chi è interessato, sarà narrata alla sconvescion. Per ora basti dire che tanti anni fa ('78) giocammo uno spareggio a tre con la prima che passava dalla Prima Divisione in Promozione, cosa seria, visto che i campionati, rispetto a quelli di adesso, vanno scalati di una serie (allora non c'era ancora la B-2). Una partita al giorno in campo neutro, ma neanche tanto, visto che si giocava a Gorizia con una squadra del goriziano e due di Trieste ed infatti gli arbitraggi sospinsero letteralmente la squadra goriziana avanti. Noi giocammo proprio la prima partita contro i goriziani ed all'ennesimo fischio contro andammo tutti letteralmente fuori di testa. Alla fine, avendo perso di pochissimo (con qualsiasi altro arbitraggio avremmo vinto facile), feci alla mia abbattuta truppa un discorso che diceva pressapoco che avevamo perso la partita, ma non dovevamo perdere l'onore, per cui il giorno dopo, comunque andassero le cose, avremmo dovuto tenere un comportamento irreprensibile. Manco a dirlo il giorno dopo il mio play, un genio pazzo, andò in escandescenze, per cui, memore delle promesse, lo rincorsi per il campo per picchiarlo. Purtroppo mi sfuggì e mi beccai anche la squalifica. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Non dire quattro...
- Scritto da Sergio Tavčar
Sbrighiamo subito le cose veramente importanti. Dico subito che, per come si sta strutturando il lavoro estivo nella nostra redazione, il periodo migliore per organizzare la nostra sconvenscion sarebbe o l'ultima settimana di giugno o la prima di luglio. L' idea è quella di fissare l'appuntamento o per il venerdì o per il sabato. Dico subito che un amico ha proposto magari per tutti e due i giorni. Personalmente non avrei assolutamente nulla in contrario e se uno pensa di pernottare a Trieste fra i due giorni abbinando magari il tutto ad un giro turistico della nostra splendida città gli dico subito che farebbe un affare. A questo punto mi aspetto una consultazione frenetica fra chi pensa di venire, aggiungendo però subito che la cosa sarebbe molto opportuna che fosse svolta attraverso i vari canali dei moderni network sociali dei quali fate sicuramente parte e non a mo' di commento sul sito che sarebbe bello fosse riservato solamente ai commenti sui miei post – cioè andando avanti come finora. Mi aspetto che uno di voi prenda in mano la situazione e che faccia un'approfondita ricerca comunicandomi poi alla fine quando la cosa sarebbe fattibile in modo che poi mi metta in moto per l'organizzazione. Nel senso che devo sapere circa quanta gente intende partecipare per scegliere ovviamente il luogo più adatto. Aggiungo solo che quando sono in ferie sono in ferie, cioè disponibile 24 ore su 24, che in compagnia non sono certamente mai il primo ad andarmene, semmai il contrario, e che dunque i tempi sono l'ultimo dei problemi.
Passando ora ai controcommenti su quanto avete scritto dopo il mio ultimo post. Allora nell' ordine:
1) mi ha fatto venire una fitta al cuore l'unico commento che c'è stato sul mio fantaracconto che secondo me tocca invece il cuore stesso del problema del futuro del basket non solo in Italia, ma nel mondo intero. Skuer si chiede chi vincerebbe fra le squadre del passato e quelle del presente, lasciando intendere che lui crede che vincerebbero facile quelle moderne. Se è per quello ne sono convinto anch'io, ma il punto è completamente fuori bersaglio. Chi vince? Risposta: un sonoro chissenefrega!!! condito da una saporita pernacchia. Il problema è tutto qua: le vittorie nei campionati giovanili sono totalmente irrilevanti, insignificanti, anzi più che inutili controproducenti come ho avuto più volte modo di dire anche parlando di casi concreti. I giocatori si creano come si creavano una volta: nel mio racconto è solo ovvio che sono perfettamente convinto che gli unici giocatori veri in potenza potevano essere Tonino e Marco, i due della prima partita, mentre il megascontro della seconda scena era totalmente inutile. Finchè non ci si rende conto di questa semplice verità, smettendo di alimentare inutili settori giovanili delle grandi squadre che succhiano soldi per niente, mentre gli stessi soldi, anzi molti di meno, si potrebbero devolvere all'attività di base delle società piccole legandole solo all'obbligo di dare a chi le supporta il giocatore vero che ne dovesse eventualmente uscire, non si creeranno giocatori. Ne sono fermamente convinto, anche perché tutti i fatti mi danno continuamente ragione. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Incontro toscano a Sansepolcro
- Scritto da Administrator
Atleti cestisti di oggi e di ieri
- Scritto da Sergio Tavčar
L'idea mi è venuta questa mattina. Come per tantissime altre persone anche per me i momenti più produttivi sono quelli a cavallo del sonno, o subito prima di addormentarmi, o di mattina appena mi alzo e sbrigo le necessità mattutine che, come dicono gli sloveni, anche il Papa deve sbrigare da solo. Stamattina sotto la doccia mi è capitato di pensare a quel assoluto fenomeno della natura che risponde al nome di James Justice che avrete sicuramente visto vincere la gara delle schiacciate dei college. Per chi non lo avesse seguito trattasi di tombolotto dato ufficialmente per 5 piedi 9 pollici, pari a 1 e 75 scarsi, che gioca in un oscuro college del Tennessee, mi sembra (ma non ha importanza). Intervistato dalla giornalista che dichiarava 5 e 8 appariva comunque più piccolo di lei, per dire. Ebbene 'sto qua ha vinto la gara delle schiacciate per acclamazione quando in finale ha fatto rimbalzare la palla per terra, è saltato, l'ha presa, se l'è passata sotto le gambe e poi l'ha schiacciata tipo tomahawk. O giù di lì. Se non credete o non lo avete visto guardatelo su You Tube e vedrete che non ho esagerato. Anzi, guardando la gara, mi sono meravigliato e fortemente vergognato di me stesso, perchè quando il nanetto ha tirato lo schiaccione sopra descritto sono saltato sulla poltrona ed ho tirato un urletto tipo quelli che tirano per contratto i miei illustri colleghi ogniqualvolta uno qualsiasi segna da due metri dopo arresto e tiro, fondamentale, come si sa, di difficoltà estrema. Essendo un tipo altamente introspettivo ed autocritico mi sono subito chiesto da dove provenisse la mia eccitazione visto che, come certamente avrete capito, la schiacciata è una delle conclusioni nel basket che meno mi emozionino. Anzi normalmente la odio perchè per un pigro come me (per cui fare fatica inutile è il sommo della tortura) appare estremamente fastidioso che uno sprechi quantità inutili di energia solamente in funzione dello spettacolo, quella stessa energia che potrebbe servirgli molto più proficuamente qualche secondo dopo in difesa. E invece per il nanetto mi sono esaltato. E sono arrivato alla conclusione che era proprio perchè era un nanetto, dotato di un'elevazione da ''freak'', 52 pollici, che tradotto nella nostra moneta vorrebbe dire 131/132 cm, per cui il suo gesto aveva un senso che trascendeva qualsiasi considerazione ''normale''. Era dunque uno spettacolo vero, perchè di tutti i nanetti del mondo penso che solo lui potesse metterlo in scena. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
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