Estrazione a morte
- Scritto da Sergio Tavčar
Prima di tutto un breve resoconto del sorteggio per i gironi degli Europei di domenica 18 a Postumia. "Location" meravigliosa nella sala grande, detta dei concerti (se si stipano gli spettatori, ce ne stanno dentro fino a 10000!), del complesso delle grotte di Postumia, la più famosa attrazione turistica della Slovenia col suo complesso di straordinarie grotte carsiche, ognuna delle quali rappresenta un paesaggio da fiaba con le sue incredibili e sempre diverse concrezioni calcaree. La sala (o mega grotta) si raggiunge con un trenino a scartamento ridottissimo che, pur viaggiando tutt'altro che piano, per raggiungerla ci mette una decina di minuti attraversando grotte naturali, tunnel artificiali, costeggiando il fiume carsico che la attraversa (e che poi, tantissimi chilometri più a valle, si chiamerà Timavo), offrendo insomma sensazioni magnifiche. Io poi che sono leggermente agorafobo e che adoro le grotte ho goduto da matti. Il sorteggio invece, più che goderlo, mi ha divertito in modo inatteso, tanto che verso la fine ridevo quasi a crepapelle. Se quello infatti non è stato un sorteggio pilotato con tutte le palline che puntualmente ad ogni uscita davano la squadra che tutti si attendevano a quel punto, non so quale possa esserlo stato di più nella storia. Forse solo quello di Italia '90, quando Blatter fece cambiare una pallina a Sofia Loren. Il tocco da maestro è stato l'annuncio, a sorteggio eseguito, che si doveva attendere un po', perché doveva riunirsi l'apposita commissione per decidere in quale città fare disputare i singoli gironi. Quando si vedeva ad occhio nudo che tutto era stato predisposto per come, dopo neanche due minuti (sai che riunione!), si è verificato con tanto di solenne e ponderato annuncio in pompa magna. Perché sono tanto sicuro? (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Bastardi di tutto il mondo
- Scritto da Sergio Tavčar
La stagione del basket è partita in pieno e le partite si susseguono a tamburo battente (esordio classico da basso servizio di "cucina", come si dice in gergo, scritto con la mano sinistra, tanto per significare quanto sono ispirato), tanto che in questi ultimi giorni ho visto addirittura scampoli delle prime partite dell'NCAA. Eppure, malgrado la frenetica attività, detto onestamente non ho argomenti che non siano la rifrittura di quanto detto e stradetto. Milano è sempre quella, Siena e Cantù pure, l'NBA continua ad essere inguardabile, in Eurolega chi si sapeva fosse forte gioca bene, chi si sapeva potesse avere problemi, li ha. E allora lasciatemi una specie di intermezzo slegato dall'attualità più stretta con alcune considerazioni generali.
Per essere più preciso parto dall'attualità per la prima considerazione. Mercoledì sera ero a Lubiana per effettuare due interviste per Zona sport con Andrea Trinchieri e Bruno Arrigoni, due personaggi che mi interessavano, il primo perché con la sua aria da "fighetto" meneghino di stampo classico, di quelli che a noi di provincia sa tanto di puzza sotto il naso, in campo mostra doti di sana comprensione del gioco che meravigliano, il secondo per le sue doti di conoscitore del basket che gli permettono ogni anno di prendere per Cantù giocatori sconosciuti, ma bravi, e soprattutto giocatori di basket secondo la mia accezione che già conoscete. Arrivato all'albergo dove alloggiava la squadra ho trovato Trinchieri che mi aspettava e che, salutandomi, ha cominciato a parlare in perfetto croato con tipica cadenza quarnerina (il Quarnaro, Kvarner in croato, è il golfo di Fiume, per chi non lo sapesse).
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Polonarač
- Scritto da Sergio Tavčar
Facendo un paio di chiose sui commenti al mio precedente post vorrei intanto dire che non credo di essere un indovino dicendo che né Cantù né Siena hanno il giocatore che possa prendere in mano la squadra nei momenti decisivi sul punto a punto. Basta leggere i roster. E poi basta vedere i finali di partita di questi primi tre turni. La partita di Cantù col Himkij non fa testo, perché, ed anche qui è facilissimo essere profeti, una squadra che ha come mente pensante (??) Planinić è per definizione una squadra acefala.
Su Milano non so cosa dire. Se due indizi sono una coincidenza e tre sono una prova, allora che Scariolo sia un ottimo allenatore lo prova il suo passato, perché dalla Scavolini fino a Malaga, dovunque è stato, ha fatto più che bene. Dunque non si può discutere, essendo impossibile che sia rimbecillito di colpo. E allora come mai Milano ha giocato contro Vitoria i più scandalosi ultimi sette minuti della storia del basket? Come mai c'è stato il caos più sublime mai visto con giocatori chiave dimenticati in panchina nei momenti fondamentali, con altri giocatori chiave che si nascondevano brillantemente, mentre a concludere erano chiamati, o meglio si autochiamavano senza che nessuno glielo avesse chiesto, degli incapaci? E tutto ciò dopo 24 secondi di spostamenti random in campo senza un'idea sparata di cosa si sarebbe dovuto tentare di fare? Mistero. Sommo mistero. Qualcuno me lo spieghi. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
La teoria dell'Eurolega
- Scritto da Sergio Tavčar
Prima di tutto una scusa: avevo sì l'intenzione di mettere la mia intervista sul sito, ma pensavo che sarebbe finita nelle rubriche, o come diavolo si chiamano nel cyberspazio, collaterali tipo foto della prima presentazione. Poi è finita in copertina e confesso che il primo ad inquietarsi quando vede in primo piano il faccione cogitante di uno che si atteggia ad importante e che dice cose pregne di densi significati sono io. Per cui scrivo subito un altro post sperando di coprire la triste visione.
Ho fatto il mio bel compitino per casa. Nel senso che prima di fare un po' di pericolosissimi vaticini sull'Eurolega appena cominciata sono andato sul sito ufficiale e mi sono preso le formazioni delle 24 squadre tentando una prima analisi. Ora, le analisi si dovrebbero fare prendendo in considerazione una quantità incredibile di variabili con statistiche eccetera. Cosa che anche tanti di voi (uno a caso il mulo Skarabot – non prendertela! È con molto affetto, anche perché mettere assieme statistiche e dati non è mai un lavoro inutile) fanno con esiti che a volte sfiorano le previsioni del tempo che abbiamo sentito per l'ultimo fine settimana quando, dopo aver impegnato tutti i supercomputer del mondo, aver riempito di dati la mega macchina di Reading, aver consultato tutte le tabelle statistiche ed aver tratto auspici dalle viscere di animali sacrificali, tutto quello che hanno detto è stato: "tempo da variabile a perturbato con possibilità di locali piovaschi o temporali". Come a dire non sapevano che pesci pigliare (ad onor del vero su TV Slovenia il meteorologo di turno aveva detto con molto spirito: "se sapete come sarà il tempo per il fine settimana ditecelo, perché noi non lo sappiamo"). La morale della favola è che per fare previsioni scientifiche si dovrebbero analizzare dati che sfiorano la teoria del caos (quella del famoso battito delle ali di una farfalla in Cina), per cui, rimanendo al paragone con le previsioni del tempo, a volte è meglio fidarsi del proverbiale callo o di una vecchia ferita che duole, perché, per quanto empirica, sarà una previsione almeno basata su qualcosa.
Seguendo questo sano principio mi sono dunque fidato delle prime sensazioni che ho avuto leggendo i vari roster. Ripeto, si tratta di sensazioni epidermiche, ma soprattutto tarate sul periodo attuale quando siamo in pieno inizio di stagione, quando le squadre devono ancora trovare quadratura tecnica, amalgama e chimica di spogliatoio (a parte il povero Džikić che è stato trombato in modo surreale per aver avuto la colpa di aver perso negli ultimi minuti contro il CSKA con una squadra formata fondamentalmente da cessi), per cui so benissimo che certe cose che dirò saranno poi totalmente smentite alla prova dei fatti e che mi sto esponendo a figure da nascondersi. Corro il rischio: poi quando dovrete impallinarmi vi prego di mirare al cuore e di risparmiare la faccia. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
Tasse ed Europa
- Scritto da Sergio Tavčar
Ridendo e scherzando è quasi un mese che non scrivo niente. La domanda che sorge spontanea (le domande sorgono sempre spontanee, soprattutto quando sono retoriche!) è: “c'è ancora qualcuno che ogni tanto apre questo sito?” Se c'è che sparga la parola che sono tornato.
Ragioni del silenzio. Fase uno. Soddisfazione ed appagamento dopo la sconvenscion che stavolta ha attratto il doppio di gente con arrivi dalla lontana Lombardia (grazie, Leo!) e che è trascorsa in una bellissima atmosfera di amicizia . Grazie a tutti quelli che siete venuti, a quelli che avreste voluto, ma non avete potuto, rampogne a chi poteva venire, ma non è venuto sperando che si ravveda (scherzo! Che diamine – nessuno costringe nessuno a fare alcunché). Attaccata alla fase uno la completa stasi sportiva (leggi basket) con le grandi manovre precampionato e con il periodo di mercato che, non so perché, ma in vita mia non mi ha mai interessato, perché alla fine sono solo i biechi risultati che contano e quelli arrivano molto dopo. Per cui onestamente non avevo proprio niente da dire.
Fase due. Settimana della Ryder's Cup. Mi dispiace, lo sapete che è un mio pallino, ma quando c'è questo evento è come per Walter quando ci sono i Mondiali di rugby, cioè non ci sono per niente e nessuno, essendo la mia mente sportiva rivolta esclusivamente e pervasivamente a questo evento. Figurarsi quest'anno quando le cose si sono svolte secondo il copione di uno di quei filmetti di Hollywood di ambientazione sportiva nei quali, dopo una serie infinita di colpi di scena, alla fine, con l'azione decisiva che viene proposta e poi riproposta da più angolazioni solo al rallentatore (salvo poi ritornare alla velocità normale appena la giocata finisce), vincono i buoni in un tripudio di emozioni e lacrime. Dopo sofferenze inenarrabili vissute nelle prime due giornate con gli americani che sembravano dotati di palline teleguidate in quanto imbucavano da ogni posizione, con i nostri (vecchia Europa) che arrancavano strappando un punticino di qua ed uno di là grazie solo alla prova mostruosa di Ian Poulter (uno scelto come wild card), c'è stata l'ultima giornata nella quale mi sono seduto davanti alla TV alle sei di sera con la precisa intenzione di assistere fino al punto decisivo degli americani che presumevo venisse verso le 10 per poi andare a dormire. Ovviamente sapete come è andata. Per quanto mi riguarda ero ogni minuto più vicino allo schermo, sempre più in piedi che seduto, sono saltato quando Justin Rose ha messo dentro un putt da casa sua alla 17, vincendo poi contro Mickelson in uno scontro di titani (controllato: a parte una, tutte le buche di questo match sono state vinte con il birdie, per chi se ne intende), e poi, quando Martin Kaymer ha messo dentro a mezzanotte passata il putt della conferma della Coppa, ho fatto il giro d'onore per il salotto provando, devo dire, e un po' mi vergogno, quel che ho provato solo al gol di Rivera contro la Germania in Messico ed a quello di Grosso sempre contro la Germania nel '06 (il rigore di Grosso contro la Francia? Chi mi conosce sa che gioisco compiutamente solo quando vince chi merita – quella volta meritavano i francesi – però era anche giusto che perdessero per il furto perpetrato sei anni prima agli Europei – però anche allora si doveva perdere in semifinale… insomma, mettetela come volete, ero contento sì, ma non appagato) e, in misura un tantino inferiore, al fischio finale di Slovenia-Russia 1 a 0, qualificazioni per il Mondiale '10. Una delle prime cose a cui ho pensato è stata quella di essere fortunato che mi piaccia tanto questo sport, perché sono stato fra i pochi (qui da noi) a cui è stato dato di vivere un'emozione tanto intensa. E poi vedere la gente che scandiva: “Europe! Europe!” avvolta nella bandiera blu con le 12 stelle mi ha dato un'emozione ancora maggiore. Chissà che l'Europa che tutti vogliamo non possa germogliare anche da piccole cose di questo tipo. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")
ANNUNCIO
- Scritto da Sergio Tavčar
Il luogo di incontro sabato sarà a Cerovlje-Ceroglie d'Ermada n.34 da Andrej e Ivan Antonič. Il luogo è un paesotto ancora più oscuro rispetto all'altra volta, ma ha il merito di essere praticamente attaccato a Malchina, dove ci siamo incontrati l'altra volta.
Uscita autostrada Sistiana. Andare verso Sistiana, poi arrivati alla mega rotonda dove confluisce anche la costiera triestina girare verso Ceroglie (stradina dopo rispetto alla direzione Visogliano-Malchina dell'altra volta) e dopo circa 2 km si è lì.
Per Andrea-Go: il mio amico si chiama Andrej Vremec ed è il responsabile del basket presso il Dom Gorica. Lui è comunque opicinese dalla notte dei tempi da parte di padre, ma la mamma è viennese. La famiglia aveva la più antica locanda di Opicina (Šklaus per gli indigeni) e lui dunque anche per questioni genetiche a tempo perso fa l'enologo. Siamo dunque in buonissime mani.
AGGIORNAMENTO: Le foto dell'incontro (ad opera di Leo1962) sono disponibili e archiviate nella sezione foto!
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