Peccato che non possa dire che non è sempre domenica, visto che ieri, appunto, lo era (? - sembro Totò), nel senso che per l'Italia non poteva andare sempre di superlusso come era successo sabato. Purtroppo i due flop più dolorosi sono avvenuti proprio nello sport che più seguo, ovviamente ora il nuoto. Onestamente per quanto riguarda la Pellegrini me l'aspettavo. I 400 li nuota bene solo quando ha la mente libera, ma soprattutto quando è in grande forma, cosa che mi sembra attualmente piuttosto poco probabile. Da quando se n'è andato il povero Castagnetti la Fede nazionale non ha ancora trovato chi la domi. Come tutti i cavalli di razza, scontrosi, ombrosi, bizzosi, dotati di ego smisurati, o trova il domatore giusto al quale si affida anima e corpo, oppure, facendo di testa propria, si caccia nei guai. Vedremo oggi nei 200, ma onestamente più di una medagliuccia ho paura che sia troppo sperare. Male la staffetta con Magnini sfiduciato in ultima frazione, ma soprattutto male Scozzoli che, da quando è esploso sulla scena mondiale, è la prima gara che cicca, e proprio quella più importante nella quale bastava che ripetesse il tempo della semifinale che era sul podio. Spero solo che sia il pedaggio pagato alla pressione olimpica e che si rimetta in sesto mentalmente il prima possibile. A questo punto ci si può accontentare solo della grandissima prova di Ilaria Bianchi che, zitta zitta, ha abbattuto il suo record di quasi un secondo ed è finita allo stesso posto della Pellegrini in una gara dal livello stellare (Sjoestroem fuori dal podio con un tempo di un solo decimo migliore di quello della Bianchi). Per il resto serata elettrizzante con una staffetta epica. Non pensavo mai in vita mia di fare il tifo in qualsiasi sport ed in qualsiasi condizione per i francesi che, come penso a tutti gli italiani, mi stanno un tantino sulle scatole (e viceversa, ovviamente – dico sempre che per capire la relazione fra sloveni e croati basta pensare a quella fra italiani e francesi), ma vedere Agnel (21 anni!) che umilia Lochte mi ha pervaso di orgoglio europeo. Fra l' altro ha nuotato una frazione interna allucinante da 46 e 9 scarso, per cui non vedo l'ora oggi di vedere la battaglia stellare sui 200 fra lui, l'immenso Sun, Park e lo stesso Lochte che in semifinale hanno tutti passeggiato. Un altro sussulto d'orgoglio europeo me l'ha dato la fenomenale bambina lituana Meliutyte sui 100 rana, nata nel marzo del '97 (!!), vero e proprio prodigio spuntato dal nulla. O forse non tanto dal nulla, visto che era considerata dagli esperti un prodigio mai visto già da molto tempo ed infatti studia e si allena in Inghilterra a Plymouth.

Passando al basket la prima cosa che mi viene da dire è che è un vero peccato che Argentina-Lituania si sia giocata ad ore impossibili, per cui ho resistito fino a metà del terzo quarto prima di cadere ucciso dal sonno. Visto il risultato finale però penso di essermi perso ben poco di agonisticamente importante, anche se seguire e gustare ogni stilla del basket prodotto dal fenomenale duo (che Dio ce lo conservi ancora per molto tempo, anche se ho paura, ahimè, che la clessidra stia ormai esaurendo la sabbia a disposizione – sono o no poetico?) formato da Ginobili e Scola è sempre uno straordinario balsamo per lenire le brutture che uno deve sorbirsi del basket moderno. Ecco, se uno vuole capire cosa intenda io per basket e per come dovrebbe essere giocato, guardi Scola e Ginobili e capirà in modo quasi didascalico cosa io voglia dire con tanta insistenza e cocciutaggine. Loro due dimostrano che anche oggigiorno si può giocare a basket in modo divino. Ripeto, grazie a loro di esistere. Passando alla partita che ho commentato la prima cosa da dire è che si è svolta esattamente secondo il copione che vi avevo anticipato nell'ultimo post preolimpico. Francia che tiene fino a che Collet non ritiene di dover mettere in campo un quintetto dall' IQ cestistico inesistente, gli americani beccano un paio di tiri da tre, creano il primo break e tutto il resto è tempo dei rifiuti con basket selvaggio da ambo le parti. Borsino dei fenomeni USA: in assoluto vertiginoso rialzo ai miei occhi Paul e Lebron, ambedue al servizio della squadra senza forzare, facendo il necessario nel migliore dei modi. Veramente bravi, soprattutto Lebron che, ora che ha finalmente vinto l'anello, sembra quasi abbia sgombrato la mente dalla pressione e può permettersi di giocare senza dover dimostrare ad ogni pie' sospinto di essere lo chosen one. Stabile Anthony, indisponente durante l'inno e comunque da prendere per quello che è, uno in apparenza stupidotto che ha però un grande istinto per il canestro. Stabile anche Kobe che però da la netta impressione di avere pian piano già imboccato la via del lento declino. Sempre più convincente Love che uno immagina dovesse giocare in Europa sposterebbe probabilmente tutti gli equilibri possibili. Westbrook inguaribile giocatore da campetto, casinista alla massima potenza, Williams senza commento per non incorrere in querele, meglio del previsto Chandler, in ribasso, ahimè, Durant che sembra avere subito un violento attacco di NBA-ite della serie quanto sono forte, mamma quanto sono forte, per cui lasciatemi fare tutto da solo che questi qui me li mangio per colazione. Dove è andata a finire l'implacabile macchina da canestri dei Mondiali che segnava, stoppava e prendeva i rimbalzi e basta? Che cioè giocava semplicemente a basket?

Sperando che AndreaGo non si riferisca al mio, di commento, perché, seppur con molte falle (dovute anche alla lunghezza ed alla relativa stanchezza), non mi pare di essere stato catastrofico, veloci commenti alla prima giornata.

Italia che come sempre, quando il Paese è in crisi, in campo sportivo va alla stragrande. Medaglie inattese di Tesconi, incredibile l'oro degli arcieri con Frangilli eroe per sempre, storica la tripletta delle infilzatrici azzurre. E' quasi matematico che lo stellone funzioni sempre quando ce n'è più bisogno.

Terribile il flop dei ciclisti inglesi davanti a Buckingham Palace. Domanda cattiva: quanti nuovi corridori con contratti principeschi avrà l'Astana nelle prossime stagioni? A proposito: dicevano tutti che era un percorso solo per velocisti. Poi si vede il circuito con una salita dolce dolce, ma molto lunga da ripetere otto volte. Ora io andavo in bici solo per diletto ed ero di una scarsezza imbarazzante, per cui non faccio testo. So solo che per quanto dolce sia una salita lunga rompe i marroni non poco. Penso che valga anche per i professionisti, fatte le debite proporzioni. Ed infatti i velocisti erano tutti spompati alla fine. Guarda caso.

Nuoto. Incredibile come cambino le gerarchie in pochissimo tempo. Ora sembra che il baricentro del nuoto mondiale si sia spostato decisamente in Asia. Ieri nelle gare individuali sembrava di essere ad un campionato asiatico con timide intrusioni americane. Inspiegabile il flop di Phelps. Fine di una carriera? Non credo: già altre volte aveva cannato i 400 misti iniziali rifacendosi poi ampiamente. Quel che sembra certo è che è in parabola discendente soprattutto per quanto riguarda le motivazioni, ma penso che comunque i 200 farfalla li vincerà lo stesso. Niente di altro perché Lochte è veramente di un altro pianeta. Come di un altro pianeta sono i due cinesini che sono, per me esteta ed antico convinto praticante di nuoto che cercava maniacalmente la perfezione tecnica (non avendo muscoli), una vera meraviglia per gli occhi. Ora tutti riparlano di doping: chissà perché quando si materializza un fenomeno americano (Franklin?) tutti parlano di doti naturali, se però il fenomeno nasce fuori dagli States allora deve essere per forza doping. Io vedo solo che sia Sun che la Ye sono dei talenti natatori assolutamente straordinari, di quelli che ne nascono ben pochi in un secolo. Un po' come Bolt: tutti si aiutano come possono, però tutti, dico tutti, per cui se questi danno loro giri di pista di distacco significa semplicemente che sono troppo più forti. Ora attendiamo Scozzoli che ha ancora una volta dimostrato straordinarie doti di vincente come attendo fra le donne i 100 metri con la Tang e la Kromowidjojo che ieri in staffetta hanno fatto mirabilie. Sulla Fede nazionale, vista la frazione interna di staffetta di ieri, nutro onestamente seri dubbi, sperando vivamente di essere clamorosamente smentito. A proposito: AndreaGo, ma dove diavolo trovi i vari parziali, vista la catastrofica scarsezza del sito ufficiale e la latitanza dell'ancora di salvezza dell' Omegatiming che proprio non riporta i risultati olimpici, lasciando il povero commentatore nello sterco più totale? Dimmelo, per favore.

Per finire, ieri ho visto spezzoni di USA-Croazia di basket femminile. Delusione profonda per il gioco delle ragazze di Auriemma che sembrano scimmiottare nel peggio il classico non gioco dei maschi delle ultime edizioni mondiali (salva la Turchia, dove c'era Durant). La prima guardia croata che saltava la sua avversaria, come sempre fuori posizione per la stucchevole e stupida continua ricerca dell'anticipo, trovava autostrade per il canestro, per cui, malgrado la stridente differenza di valori individuali in campo, la Croazia era ancora in partita alla fine del terzo quarto. Speriamo che i maschi oggi contro la Francia (per chi vede Koper telecronaca diretta a cura del sottoscritto) facciano un po' meglio.

 

 

 

Cerimonia d'apertura. Dopo (poche) ore di sonno ed a mente più fredda non posso che dire che è stata splendida. Solo ad emozioni decantate mi è balzata alla mente l'idea di fondo di Danny Boyle, e cioè quella di una manifestazione altamente innovativa e soprattutto ironica, dissacrante quasi. Del resto c'era da aspettarselo dal regista di Trainspotting. Però il tutto fatto con estremo garbo. Ad un paio di segmenti altamente tradizionali (la storia della Gran Bretagna) ha fatto seguito una serie di segmenti sia socialmente impegnati (la violenta perorazione della causa del Servizio Sanitario Nazionale) che commoventi con la sequenza di personaggi immaginari tratti dalla sterminata produzione letteraria inglese di libri per la gioventù. Per finire con la parte "istituzionale" c'è stato lo splendido numero della carrellata sulla subcultura pop-televisiva, nel quale c'è stata l'esplosione della potenza creativa inglese con l'applicazione di una straordinaria potenza tecnologica, però non fine a se stessa. Geniale la casa della famiglia media trasformata in megaschermo per un montaggio fenomenale di sequenze di fiction e numeri musicali a ritmo frenetico, come solo gli inglesi, dai tempi di Richard Lester in poi, maestri ineguagliabili dei ritmi degli spot pubblicitari, sanno fare. E per mandare un chiaro messaggio ai cinesi di quattro anni fa, in questa sequenza è apparso l'inventore del WWW, come per dire: "guardate, mondo, se lo volessimo, in fatto di trucchi tecnologici non abbiamo da imparare nulla da nessuno, solo che lo vogliamo fare quando serve e non giusto per dimostrare quanto siamo bravi".

Poi però è venuta la parte protocollare che è stata il vero colpo di genio con tutta una serie di picconate alla melassa pseudoretorica che normalmente l'ammanta. Si è cominciato con Mr.Bean che ha demolito una delle sequenze più cult dei film sportivi, l'allenamento degli atleti britannici sulla spiaggia di St.Andrews in Momenti di gloria. Si è proseguito col fenomenale sketch della Regina Bond girl che sono sicuro diventerà a sua volta un cult assoluto che entrerà nella storia della comunicazione. Ed ancora: la totale dissacrazione dell'accensione del braciere affidata a sette anonime speranze dello sport britannico ponendo l'accento sul fatto in sé, e cioè l'accensione del braciere facendo finalmente passare in secondo piano l'ultimo tedoforo, in realtà insignificante, finendo con un tocco da maestro, la lettura dei discorsi in un ambiente di campagna sulla collinetta artificiale.

E, per non dimenticare l'interminabile parata, che dire del fatto che la gioventù moderna è sempre più "sana"? Ma avete visto, voi maschietti, quante straordinarie sventolone sono sfilate sotto le varie bandiere, di tutti i colori e razze? Da lustrarsi gli occhi. Sulle divise ingiudicabili quelle dei cechi, che volevano essere ironiche ed invece erano terrificanti, scioccanti quelle tipo "vintage" di Canada e Georgia col nome scritto sul petto (ma cosa volevano dire e rappresentare?), un po' preoccupanti quelle americane da Navy Seals in parata al 4 di luglio, ridicole quelle inglesi con la stagnola delle cioccolate Milka applicata su spalle e maniche. Per non parlare dei tedeschi con i loro colori da reparto maternità. Da questo punto di vista gli italiani continuano a dare lezioni a tutto il mondo, anche se a me piacciono un sacco i bellissimi costumi femminili delle varie delegazioni africane. Discorso a parte meritano i variopinti messicani che, a mente fredda, devo dire mi sono piaciuti.

È tempo di Olimpiadi e le mie gare (quelle che commenterò) si svolgeranno tutte di sera, per cui avrò tutto il santo giorno per trovare il tempo di fare commenti flash su quanto succede (a parte domenica, quando sarò impegnato in un doppio commento, basket USA-Francia il pomeriggio ed il nuoto di sera). Da quanto mi pare di capire a voi che mi leggete una cosa del genere non dispiacerebbe, per cui tenterò una cosa che in realtà mi rivolta, e cioè quella di effettuare interventi brevi quasi alla tweet. Mi rivolta perché normalmente mi piace fare un discorso articolato con i distinguo necessari, ma tant'è, penso che sia comunque un esperimento che sicuramente arricchirà anche le mie capacità di parlare per sintesi ridotte all'osso.

Mi pare anche di capire che ad alcuni "aficionados" non dispiacerebbe fare una specie di sconvescion-bis in settembre. Se vi piace, possiamo già adesso metterci d'accordo. Chi c'era alla prima avrà sicuramente visto che le cose del genere sono quelle che mi piacciono di più, per cui non sarò certo io a tirarmi indietro.

In merito agli Europei Under20, e per finire con essi, non ho nessun tipo di problema a sciorinarvi il mio primo quintetto, non avendo infatti dubbi su quale sia stato. Play: Čižauskas della Lituania, sicuramente preferito al tanto strombazzato Westermann. Di quest'ultimo non si discutono le doti, quello che di lui preoccupa, e che mi sembra un difetto insormontabile, è la mancanza di continuità soprattutto nel tiro che più va che viene. Il lituano fra l'altro merita di più perché ha vinto la finale ed inoltre nella gestione del gioco, soprattutto contro le difese a uomo, mi sembra infinitamente più creativo del francese che gioca "modernamente", cioè a memoria. Vero è che contro la zonaccia francese si è perso, però se i compagni non la mettono nella vasca da bagno non può essere tutta colpa sua. Guardia: Prepelič della Slovenia, forse l'unica guardia tiratrice pura che abbia visto. Ha un solo problema: il fisico non proprio ferreo, ma confrontandolo con quanto faceva ancora alla fine della scorsa stagione, sembra molto migliorato, maturato direi, per cui se riesce ancora a migliorare sul piano fisico potrebbe diventare un ottimo giocatore. Fra l'altro non per caso è stato il leader nella classifica degli assist. Ala piccola: Abrines della Spagna, giocatore di cui solo vedendolo dal vivo si può apprezzare la suprema pulizia del gesto tecnico nel tiro. Avrà ancora moltissimo da lavorare soprattutto nei movimenti senza palla che per adesso sembrano carenti, ma il suo linguaggio del corpo sembra indicare un giocatore umile ed intelligente. Sarei molto meravigliato se col tempo non diventasse un giocatore che sposta importanti equilibri. Ala forte: Janis Timma della Lettonia, secondo me assoluto MVP del torneo, con giri di pista di distacco. Per come si muove in campo e per l'autorità che esercita sui compagni nonché per l'assoluta versatilità del suo gioco (dà l'impressione di saper tutto del basket) fa venire in mente paragoni al limite, se non oltre, del blasfemo, parlo ovviamente di Larry Bird. Sicuramente esagero e poi (visto anche che è lettone, dunque un po' tagliato fuori dal basket che conta) potrebbe anche non progredire, ma se c'è un giocatore europeo su cui attualmente il sottoscritto punterebbe ad occhi chiusi, questo è proprio lui. Ed infine centro: Gobert della Francia. Per essere francese è un giocatore senza fronzoli, ottimamente istruito, fisicamente più che a posto in fatto di statura e di doti sia atletiche che motorie in genere, per cui anche per lui il futuro si presenta luminoso. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

"I miei standard personali sono ancora e sempre molto alti, per cui devo purtroppo constatare che questo europeo Under 20 ci ha messo in mostra ben pochi giocatori veramente promettenti. Mi rendo conto che la gioventù è oggigiorno diversa da quella di una volta e che le esigenze commerciali limitano il tempo dell'allenamento a favore di partite più frequenti. Però quello che mi disturba è l'atteggiamento dei coach nei confronti dei giovani giocatori. Non danno loro la possibilità di emergere, per cui abbiamo un mucchio di giocatori tutti uguali. Solo il numero di maglia ti permette di riconoscere l'uno dall'altro, perché per come giocano non puoi riconoscere nessuno dal suo tipo di gioco, dai suoi movimenti. Sembrano tutti fatti con lo stampino. L'esperienza però insegna che non puoi vincere le partite del massimo livello con cinque giocatori tutti uguali l'uno all'altro.

Inoltre gli allenatori non pretendono più che i giocatori portino le loro doti individuali al massimo livello possibile. Per cui vediamo lunghi che non sanno sfruttare i loro centimetri, vediamo piccoli che non sanno sfruttare la loro velocità. In genere oggigiorno la tecnica e la tattica individuale sono a livelli molto bassi. Dagli anni '90 del secolo scorso sono migliorate tantissimo le difese, ma perché di grazia non c'è stato progresso in attacco? Tutti giocano fino allo sfinimento solamente il pick and roll e ciò è veramente ridicolo."

Questa che avete appena letto è la traduzione letterale di quanto ha detto oggi in un'intervista al massimo quotidiano sloveno, il Delo, l'83-enne santone del basket ex-jugoslavo Ranko Žeravica, invitato da Božidar Maljković (uno dei suoi ovvi discepoli) a Lubiana alla fase finale dell' Europeo Under 20 per tenere un clinic per i giovani coach sloveni. È estremamente significativo che, a credere a quanto scritto dall'estensore dell'articolo, la prima penna del basket sloveno Eduardo Brozovič, il responso dei suddetti coach sia stato molto tiepido, della serie "chi è e cosa può insegnarci questo nonnetto?" (risposta spontanea: tutto, manica di idioti!). Se è vera, la cosa testimonia del triste fatto che si sospettava da tempo, e che cioè il basket sloveno sta andando nella direzione predominante in Europa, quella della decadenza più spinta e dell'imbecillità elevata a virtù. Per gli imbecilli di cui sopra una piccola scheda: Žeravica è stato coach della nazionale jugoslava dal '67 fino al '73 e poi ancora un paio di volte nell'occasione di grandi manifestazioni internazionali. Nel '67 mostrò un incredibile coraggio portando agli Europei di Helsinki una squadra di 18-19enni che terminò fra critiche feroci al settimo posto, ma che schierava giocatori praticamente sconosciuti quali Ćosić, Šolman, Simonović e Kapičić che poi avrebbero costituito l'ossatura della squadra dei fenomeni degli anni '70. A livello di club e stato dapprima il nume tutelare del Partizan, portando a Belgrado due giocatori quali Kićanović e Dalipagić e poi, a fine carriera in Jugoslavia, prese in mano la Crvena Zvezda, portando una squadra di talento mediocre due volte alla finalissima per il titolo, perdendo la prima contro il Cibona per un canestro di Nakić in gancio di sinistro negli ultimi secondi della partita decisiva (particolare che non riporto nel libro e di cui mi sono ricordato dopo) e la seconda, dopo aver eliminato il Cibona, contro il Partizan di Divac e Paspalj. L'interessante è che a suo tempo Žeravica era noto in Jugoslavia per essere il capo della fazione di coloro che pretendevano un gioco organizzato con le stelle al servizio della squadra e non viceversa, come propugnato dal capo della fazione opposta Mirko Novosel. Ed infatti finchè è stato a capo della nazionale non ha mai convocato Zoran Slavnić considerato troppo solista. Per cui sentire dalla sua viva voce queste parole che condannano in modo definitivo il basket attuale è ancora più significativo ed importante. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Mi scuso per non aver scritto niente per lungo tempo, ma se lo spirito è forte, la carne è debole. Semplicemente mi pareva di non aver niente da dire. E così rispondo anche direttamente ad un vostro rimprovero, sul perché non mi faccio vivo più spesso. Se penso di avere un pregio, è quello che già da piccolo mi hanno insegnato di non aprir bocca con l'unico scopo di dare aria all'ugola, ed è dunque mia abitudine parlare solamente quando ho qualcosa da dire. Se non ce l'ho, sto zitto.

Devo comunque aggiungere, onestamente, che in questi ultimi tempi, oltre ad avere finito le ferie, per cui ho dovuto anche lavorare (vedi un po' cosa si pretende... dove andremo a finire?), ho guardato molto il Tour (che ci volete, già da piccolo seguivo il ciclismo per vedere cosa faceva Charlie Gaul, mio idolo assoluto) ed inoltre questa settimana c'è l'Open di golf, appuntamento imprescindibile. Purtroppo non ho potuto vedere nulla di basket, in quanto il torneo preolimpico è stato snobbato da tutti, per cui ho solo letto i risultati senza potermi farmi un'idea su nulla.

C'è però anche il campionato europeo Under20 di basket in Slovenia che noi di TV Slovenia abbiamo seguito praticamente dall'inizio, per cui questo fine settimana sono stato a Lubiana a seguire la fase finale con annessi commenti che chi può vedere TV Capodistria avrà sicuramente seguito (o no?). Sto scrivendo prima della finale fra Lituania e Francia, ma un piccolo commento penso che possa già farlo. Intanto l'Italia che ha avuto una serie impressionante di alti e bassi. Ha battuto due delle semifinaliste (quelle contro cui ha giocato), però a causa di pesanti sconfitte con due squadre non proprio irresistibili quali Turchia e Lettonia non è riuscita a qualificarsi neppure per i quarti. Purtroppo non l'ho vista giocare, vista la prematura eliminazione. Per quel poco che ho visto guardando spezzoni della prima partita persa contro la Slovenia mi sembra solo di poter dire che è una squadra assolutamente senza manico, non in panchina, perché Sacripanti non si discute, ma in campo. Le guardie possono cioè giocare ottimamente come infilare prestazioni totalmente rivoltanti. Sarò anche partigiano, ma a vedere le guardie italiane mi chiedevo cosa avesse meno di loro il nostro Borut Ban dello Jadran che era stato chiamato tempo fa salvo essere tagliato subito (gioca in DNC e non è nel giro dei procuratori che contano? L'avete detto voi...). Certamente quelli che hanno giocato hanno più fisico, però almeno di grazia Borut sa giocare a basket, cosa che mi sembra molto dubbia (eufemismo) per il reparto schierato agli Europei. Sarò all'antica, ma avere in squadra almeno una guardia che sappia cosa ci sta a fare non mi sembra mai una brutta idea. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").

Onestamente pensavo che ci sarebbe stata più gente alla nostra riunione conviviale di sabato scorso. Però pensando bene la mia previsione era ovviamente campata in aria. Solamente quelli sfegatati oppure semplicemente quelli abbastanza vicini da non doversi sorbire scarrozzate terribili nell'afa estiva potevano essere presenti ad un raduno di amici senza rimborsi spese, senza che il padrone di casa offrisse nulla (se non, lasciatemi essere patetico, eterna gratitudine ed amicizia). Una trasferta cioè completamente in perdita che uno, a mente fredda, non vede proprio perché qualcuno dovrebbe sorbirsela. Per cui oltre ad Andrea-Go ed agli altri amici di Trieste, Franz in primis, la mia sempiterna gratitudine va a Roda con Davide, arrivati da Vicenza, ed al mio "segretario" Walter-wf2, venuto da Castelfranco, i quali, visto a posteriori, sono stati semplicemente squisiti a voler essere presenti.

Sempre visto a posteriori però secondo me il successo non avrebbe potuto essere maggiore, almeno per come io concepisco i rapporti umani. Inutile: sono uno ormai vecchio e sorpassato che pensa che avere amici voglia dire trovarsi davanti ad un (beh, più di uno...) bicchiere di vino con davanti un piatto sempre fresco di affettati a chiacchierare del più e del meno scambiandosi i rispettivi punti di vista su un numero sconfinato di argomenti, discutendo, animatamente magari, ognuno difendendo il proprio punto di vista, pronto però a cambiare opinione quando l'argomento dell'altro lo convince. Non tenendo in conto il fatto che più persone conoscono più cose in assoluto, per cui lo scambio anche di semplici informazioni sui rispettivi campi di competenza non può che arricchire le conoscenze ed in definitiva la cultura di ognuno di noi. Va da sé che il sottoscritto aborre, odia, visceralmente rifiuta i nuovi metodi di socializzazione che offre la rete, dei quali non vede un vantaggio che sia uno rispetto ai metodi comuni che l'umanità ha sempre usato da quando ha preso coscienza di sé. Per dire: già prima che fossero inventati gli infernali marchingegni moderni su Internet (per me inventati dalla Spectre per rimbecillire i giovani e non farli pensare) odiavo parlare al telefono se non per un asettico scambio di informazioni essenziali. Anche per questo mi rifiuto di avere un cellulare. Corrispondere non vuol certo dire scambiarsi battute scarne senza distinguo né approfondimenti, dire semplicemente mi piace o non mi piace. Interagire vuol dire per me essere uno davanti all'altro, parlare, fare gesti, guardare una persona negli occhi per capire se è veramente convinta di quanto sta dicendo o sta semplicemente recitando un copione, vuol dire tentare di provocarla sul momento nell'intimo per conoscerla meglio e poi decidere se considerarla un amico con cui confidarsi o semplicemente una persona che non ci interessa. Insomma per me la vita sociale consiste nell'andare fuori in due, quattro, in gruppo (ovviamente in dipendenza dal numero sono diversi anche le attese e gli scopi), parlare, fare cose, divertirsi, litigare magari, ma in definitiva stare con persone che ci piacciono è l'essenza stessa della vita e (assieme ovviamente alla famiglia, che rimane la cosa più importante al mondo) forse è anche la ragione principale per la quale vale la pena di essere vissuta. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto").