Ragazzi! E darsi una calmata? Capisco le ragioni del contendere, capisco che in vista di una grande manifestazione le opinioni possano essere del tutto disparate, ma insultarsi no! Almeno non a casa mia (scusate la presunzione).

Le ragioni le capisco del resto fin troppo bene. Capita anche a me di provare la frustrazione immensa di chi dice una cosa e un altro lo attacca su tutto un altro piano del quale non era neanche conscio che esistesse. Come se tu parlassi delle varietà di mele e un altro ti dicesse guarda che quelle pere sono molto meglio. Per esempio la ormai trita e ritrita questione sul fatto che io sarei un inguaribile offensivista. Llandre l'ho conosciuto alla penultima sconvescion, le quali servono proprio a questo, ed è sicuramente una persona civile, intelligente e istruita. Dunque conoscendolo e apprezzandolo di persona non posso con lui andare all'attacco lancia in resta come farei con chiunque altro che mi parlasse di pere mentre io parlo di mele. E allora dico la parola definitiva esponendo la mia teoria e mettendo i paletti che spero dirimano la questione una volta per sempre. Nel senso che chi non è d'accordo con l'impianto della mia teoria si tenga pure le sue opinioni, ma, per favore, lo imploro, non venga a rompermi le scatole in continuazione con affermazioni che dal mio punto di vista non stanno né in cielo né in terra.

Per esporre il mio impianto teorico vorrei essere il più cartesiano possibile e cominciare dal mio "cogito, ergo sum". In ogni teoria infatti bisogna partire da qualche assioma, da qualche affermazione che non possa essere dimostrabile, ma che si deve dare per ovvia e acquisita. Il mio assioma fondamentale è questo e lo scrivo in lettere maiuscole: NEL BASKET NON ESISTE DIFESA CHE POSSA IMPEDIRE A UN ATTACCO BEN FATTO DI TROVARE IN OGNI AZIONE UN TIRO APERTO. Chi non è d'accordo con questo assioma vada su un altro sito, perché con me non ha niente da chiedere. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

L'attualità incombe, per cui un veloce intervento. Intanto una piccola informazione di servizio. Ho letto attentamente l'intervento di Franz. Sulla qualità delle immagini non so cosa dire, perché dalla sede mi hanno assicurato che era tutto a posto. Sull'audio da dire solo che prima della partita ho trascorso una decina di minuti a scandire "koš" ad ogni layup del riscaldamento delle due squadre mentre il tecnico in sede smanettava tentando di sincronizzare quanto andavo dicendo con le immagini che riceveva in bassa frequenza. Sembra che alla fine siamo riusciti a rimettere le cose un po' in sesto. Come si usa dire, ci scusiamo per l'inconveniente.

Altra informazione di servizio. Sembra ormai ufficiale che per un inghippo non dovuto a noi non avremo i diritti a trasmettere le partite dell'Europeo. Se da una parte questo mi secca un sacco, per usare l'eufemismo più blando che riesco a trovare, in quanto sarà dal '71(!) che per la prima volta non farò le telecronache di un Europeo con la somma ironia che si tratterà dell'Europeo che sarà giocato a casa mia, a 200 metri in linea d'aria dalla mia redazione, dall'altra parte vuol dire che avrò tutto il tempo del mondo durante gli Europei per intervenire sull'andamento degli stessi con commentini (brevi e lapidari, non esageriamo!) giornalieri su questo sito. Sempre che la cosa sia gradita. Se non lo è ditemelo, perché non ho mai problemi quando si tratta di evitare di dover lavorare. (Per continuare clicca sotto su "leggi tutto")

Una delle cose che più mi hanno meravigliato da quando reggo questo sito è che alcune cose che davo per scontate non lo sono affatto. Per esempio pensavo che quando si comincia una discussione si dia per scontato che i fatti che si commentano sono certi. E invece no. Due pezzi fa mi arriva questo commento: "Se la scuola Ddr fosse stata soprattutto metodica di allenamento e lavoro, come mai in 20 anni a fronte di donne che ogni anno dominavano ogni specialità del nuoto (e poco dopo, spesso sparivano...) in campo maschile la Ddr è stata assolutamente ridicola, e a parte Matthes, un talento naturale che ha avuto la fortuna di esplodere prima dell'arrivo dei "geni" di Lipsia (come prima? N.d.r.), non è mai riuscita a piazzare un uomo neanche nelle finali b di qualsiasi competizione?". Controllare prego. Scripta manent. Ovviamente sono partito lancia in resta e ho cominciato a riportare dati storici che confutavano quanto detto con tanta sicurezza. Al che in calce al pezzo successivo mi è arrivato dalla stessa persona il seguente commento: "Medagliere Ddr: (inutile riportare i dati, basta andare a leggere). Totale: Uomini: 10,14,35=39. Donne (numero spropositato del tutto scontato visto che il doping di stato e il trattamento radicale di steroidi sulle donne è un dato di fatto che nessuno ha mai messo in discussione). Nota bene: delle 39 medaglie degli uomini circa la meta è dovuta a Matthes, Pyttel e Woithe." Onestamente stento a credere che a scrivere due cose tanto contrastanti sia stata la stessa persona. Allora non c'era solo Matthes, ma anche Pyttel e Woithe! Allora non avevano solo finalisti b, ma hanno anche vinto 39 medaglie, delle quali 10 d'oro! Ora prendendo per buono che il loro trattamento farmacologico maschile (chiamiamolo così) fosse più o meno quello standard che si usava in tutto il resto del mondo se ne evince che tutto sommato tanto scarsi non dovevano essere. Chiedo a qualche statistico scatenato che vada a controllare quante medaglie vinsero in quel periodo per esempio Gran Bretagna, Francia o la stessa Germania Ovest (dell'Italia ovviamente non parlo, perché tutti sappiamo che prima di Battistelli '86 il numero era 0 – c'era la povera Calligaris che doveva combattere contro i mostri dell'est, ma qui stiamo parlando di uomini), malgrado il fatto scoperto proprio in questi ultimi tempi che le loro strutture sportive avevano ricevuto l'ordine (pardon, befehl, suona meglio) di copiare in tutto e per tutto quanto facevano i loro fratelli dell'est. Tutto questo per un Paese di circa 20 milioni di abitanti che eccelleva in tutti gli sport individuali possibili. Per cui penso che negare il fatto che dietro a queste medaglie ci fosse un grandissimo lavoro scientifico di selezione e di allenamento sia andare contro la pura e semplice evidenza. Ecco, devo dire che la cosa mi frustra, perché se c'è una cosa che mi disturba nel quadro della mia pigrizia cosmica è quella di fare qualsiasi cosa per niente. E discutere a vuoto su fatti inesistenti è una di quelle cose. L'ironia finale è che poi, incalzato da Edoardo e Franz (grazie di cuore! grandissimi!), il buon Ivan è atterrato a un commento finale che è in effetti totalmente condivisibile, salvo ovviamente la chiave di interpretazione che per me rimane prima base tecnico-scientifica con sofisticatissimi metodi selettivi già a livello prepuberale e poi eventualmente doping, mentre per Ivan la somministrazione del doping andava avanti di pari passo con la selezione e la preparazione. Penso che si tratti di due punti di vista diversi (e io mi tengo il mio, chiaramente) ambedue legittimi che si basano comunque su fatti certi e condivisi. Ma ci voleva tanto per arrivarci subito? (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Rispondo a stretto giro di posta, anche perché sono incazzato come una iena, e dunque devo mettere nero su bianco le mie puntualizzazioni. Sono arrabbiato perché, se c'è una cosa che non sopporto quando si discute, è il preconcetto e la malafede. Per cui mi si attribuiscono affermazioni che non ho fatto, si estrapolano quelle che ho fatto dal contesto, solo per affermare, in netto contrasto con quanto ha detto il sottoscritto imbecille, in realtà le stesse cose che il suddetto imbecille ha tentato di dire (e che, dal suo punto di vista, se solo qualcuno si fosse preso la briga di leggere attentamente quanto scritto, cosa che a questo punto dubito fortemente che la grande maggioranza abbia fatto, gli sembra di aver detto chiaramente e coerentemente) sviluppando un ragionamento partito dal più lontano possibile sfuggendo a tutti i possibili slogan e stereotipi.

Per esempio: che io abbia osannato Froome gettando contemporaneamente nel fango Pantani non emerge esattamente da nulla da quello che ho scritto. Basta leggere. Per fortuna scripta manent. Anche l'amico Roda mi ha deluso. Può anche essersi sei anni fa attaccato alla macchina, ma, di grazia, cosa ca...volo c'entra col fatto che al Tour sia andato più forte di tutti? Sarà stato il più forte, o no? E se pensate che lui abbia vinto perché era l'unico che si era dopato, mentre gli altri erano puliti come la varecchina, ebbene, mi dispiace, ma a una favola del genere non ci crederò mai. È chiaro, uno può essere più simpatico o antipatico, ma da questo a dire che quello che ci è simpatico è pulito, mentre quello che non lo è, è un angioletto, mi sembra la più clamorosa delle disonestà intellettuali. Uno di voi è andato anche tanto lontano da prendere addirittura (of all people!) le difese di Contador contestando quanto da me detto, e che cioè è andato piano (per uno che ha vinto quanto ha vinto lui e per come ha vinto essere fermo in salita e a crono e arrivare quarto – attenzione, quarto! , e non 23.esimo – penso che il minimo che si possa dire è che non è certamente andato forte) a causa, secondo me lapalissiana, che stavolta non gli hanno permesso di prendere la bistecca col turbo, insinuando che non ha vinto perché lui era pulito mentre invece gli altri chissà cos'avevano preso, cosa che mi sembra onestamente totalmente fuori dal mondo. Avranno o no corso tutti con le stesse condizioni? Ripeto, potrà anche venir fuori fra un paio d'anni che anche in questo Tour erano drogati tutti, ma, scusate, continuo a pensare che almeno lo fossero tutti allo stesso modo. E, scusate, di converso penso che il trucco era quando Contador (e se per quello anche Valverde...quante tappe hanno vinto quest'anno gli spagnoli?) vinceva, e non certamente adesso. Un po' come per Basso: chissà come, da quando è ritornato dalla squalifica vince molto di meno. Ma guarda un po'... E poi ancora su Froome: perché prendere in giro l'affermazione che è forte anche perché è nato sugli altipiani, quando un discorso del genere per Quintana sembra talmente ovvio da non dover neanche essere discusso? Ecco, ripeto, tutte queste cose mi fanno incazzare. Se già si vuole parlare, lo si faccia per favore non per partito preso e per simpatie personali prendendo almeno in esame tutti i fatti. Tornando al discorso su Pantani, mi sembra di aver più che chiaramente detto che l'unica cosa che mi disturba e che è il nocciolo della questione è che sia ancora adesso esaltato per le imprese che ha fatto (sotto l'effetto del doping, o discutiamo anche questo?, perché se discutiamo anche questo è come dire che il sole è azzurro: a questo punto contro convinzioni del genere non posso discutere più), mentre proprio la sua tragica parabola tanto agonistica che della sua vita dovrebbe insegnare tante cose diverse, dovrebbe cioè insegnare che certe cose non si devono fare proprio per non finire allo stesso modo. Ora, che lui fosse il più forte in quel mondo, lo dicono i risultati, cosa che mi sembra ovvia. Ripeto, il discorso vero sta da tutta un'altra parte. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Sono appena rientrato dalle ferie che ho trascorso a casa non facendo esattamente un tubo, specialmente dal punto di vista intellettuale. Visto che per quanto riguarda il lavoro fisico sono perfettamente d'accordo con una massima di Somerset Maugham: "La vita è troppo breve perchè voi facciate le cose per le quali potete pagare qualcun altro che ve le faccia" potete capire che sono arrivato a Capodistria direttamente dalla luna facendo uno sforzo terribile per concentrarmi sui Mondiali di nuoto di cui sto facendo in questi giorni le telecronache. Il mio silenzio è dovuto dunque al fatto che, non essendo informato dei fatti che non mi sono preso la briga di conoscere, non ho alcun diritto a commentarli. Leggendo i vostri commenti mi sembra che, parlando di basket, il Fenerbahce abbia preso Obradović e abbia comperato Nemanja Bjelica, Žorić e Kleiza con probabile arrivo di Teodosić. Ebbene, se è così, tutti i detrattori di Obradović possono già cominciare a stappare bottiglie di spumante: o Obradović, alle prese con tutte quelle palle lesse, impazzisce e si suicida o, se rimane miracolosamente sano di mente, dà le dimissioni o lo cacciano per incompatibilità di carattere con il suo roster. Odiatori di Obradović: abbiate fede! (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Innanzitutto grazie di cuore a quelli che siete venuti al nostro raduno che spero diventi tradizionale e che magari (mi rovino!) possa allargarsi ad altri amici che saranno sempre e comunque i benvenuti: Personalmente ho vissuto una bellissima giornata e le cinque ore e mezza (!) che siamo stati insieme sono letteralmente volate. Dai vostri commenti mi pare che l'abbiate apprezzato anche voi e la cosa, inutile nascondermelo, mi fa immensamente piacere.

Sul resoconto di quanto ci siamo detti vorrei però mettere alcuni puntini sulle "i" anche per chiarire quanto ho affermato e che, come è anche normale, è stato riportato in modo succinto e dunque fatalmente impreciso. Allora comincio. Sulla Jugoslavia del '96 la mia opinione rimane quella riportata e che cioè avrei scommesso qualsiasi cosa sulla vittoria ad Atlanta della Jugoslavia completa di una decina di punti su "quelli" Stati Uniti. Sarebbe stata fra l'altro una partita fra due selezioni NBA, perché Petrović, Divac, Kukoč, Rađa e Danilović erano (o lo erano stati pochissimo tempo prima) all'epoca giocatori attivi e molto importanti nelle loro squadre. Pardon, Petrović non c'era più, ma se solo lo sciovinismo americano gli aveva impedito di giocare l'All Star game del '93 immaginarsi quale sarebbe potuto essere il suo impatto, anche di carisma, tre anni dopo. In più c'era Paspalj che nell'NBA ci aveva giocato, anche se per una sola stagione prima di essere tagliato per ragioni tutto sommato extrasportive. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Subito l'annuncio che tutti ardentemente aspettavate (?). Dopo lunga e profonda ricerca con importante giro di consultazioni (non scherzo, il mio referente Andrej Vremec, essendo, come già detto, di origini austriaco-opicinesi, quando si assume un incarico lo fa nel modo più coscienzioso possibile) la sconvenscion di sabato prossimo si terrà nell'osmica Ivan Gabrovec di Prepotto-Praprot. Il paese si raggiunge nel seguente modo: si esce dall'autostrada all'uscita Sistiana. Alla fine dello svincolo di uscita si gira verso sinistra in direzione di Aurisina-Nabrežina, si passa attraverso il paese quasi per intero, alla fine del paese c'è una strada che si dirama a sinistra in direzione Aurisina-stazione e San Pelagio, la si prende, si riattraversa la ferrovia, si attraversa il paese di San Pelagio-Šempolaj e subito dopo (max 1 km, 1 e mezzo) si arriva al famoso paese di Prepotto-Praprot, sede di importanti e molto frequentate osmice. Essendo di questo periodo l'unica osmica aperta quella in cui andremo noi basta seguire la frasca appesa ad ogni incrocio per arrivare diritti alla meta. Del resto Praprot, non essendo certamente New York, non presenta particolari motivi per perdercisi. Se uno non è familiare con il sistema delle frasche basta che chieda al primo che incontra o, meglio ancora, posseggo anche il numero del cellulare del proprietario che per ovvie ragioni di privacy non pubblico qui, ma che sarà dato privatamente a chiunque avesse un problema.

A questo punto, anche perché mi sto godendo le ferie nel modo migliore, cioè non facendo un emerito tubo se non dormendo e prendendo il sole con conseguente ammasso delle cellule cerebrali, demando tutti i possibili commenti sugli ultimi eventi sportivi e in particolar modo cestistici al nostro incontro de visu.

Solo un paio di tracce: non voglio parlare dell'NBA, perché c'è ancora troppo dolore per il crudele esito di gara sei. Il fatidico giorno quando mi sono alzato e ho aperto il sito sportivo della TV slovena (il miglior sito sportivo a 360 gradi che esista al mondo) leggendo il resoconto della partita della notte devo confessare di essere stato molto contento di vivere da solo, perché il florilegio di improperi, chiamiamoli così, anche se i termini da usare sarebbero molto, ma molto più pesanti, che mi sono usciti dalla bocca per i successivi 20 minuti mi avrebbero portato diritto in galera per tutta una serie di gravissimi delitti verbali. Ho maledetto il fatto che non esista più giustizia sportiva, ma soprattutto il fatto che, sull'onda del fortunosissimo successo di Miami a questo punto aumenteranno in modo esponenziale gli adoratori del reverendo James con conseguenze per me esiziali per tutto il movimento cestistico mondiale. Per cui, se non volete che cominci a tirare colpi di ascia e mi trasformi in un serial killer, per favore, non parlatemene. Se solo mi volete un po' di bene o, almeno, mi portate un po' di rispetto.

Sulla finale del campionato. Faccio ammenda: la serie non era 50-50, come pensavo io prendendo in considerazione solo i valori tecnici e soprattutto quella che io reputo la dote fondamentale di ogni squadra di ogni sport, di essere appunto una squadra nella quale ognuno sa il suo ruolo che è finalizzato esclusivamente al bene del collettivo. Non ho preso in considerazione il fatto che Siena, per quanto abbia completamente cambiato squadra, era comunque la società che aveva vinto sei scudetti di fila, cosa questa che porta ad un vantaggio enorme su qualsiasi avversario che si trovi davanti, e ciò per ragioni che ancora non so spiegarmi e che comunque mi affascinano in modo straordinario, ragioni che sembrano impalpabili, ma che hanno un peso preponderante e che affondano probabilmente le radici in una specie di psicologia vincente collettiva dovuta alla memoria ed all'eredità dei successi passati che si impossessa di giocatori che magari prima, in altre squadre, non avevano mai avuto la possibilità di essere vincenti. Ripeto, si tratta di un argomento affascinante che sarò felice di discutere con voi dal vivo.

Chiosa: gli incidenti di Varese e di Roma? Sarò anche cinico, ma mi sembrano inevitabili vista la mancanza assoluta di cultura sportiva della stragrande maggioranza del pubblico italiano, soprattutto quello di estrazione calcistica che si avvicina agli altri sport quando sente profumo di possibile successo. Nel senso che il basket si giocherà in un'atmosfera tollerabile quando la posta in palio sarà bassa, ma quando le cose cominceranno a diventare importanti la maleducazione sportiva emergerà comunque. E questo vale per ogni sport con forse, lo spero ardentemente, l'unica eccezione possibile che è quella del rugby che è sport troppo nobile per essere solo capito dalla media feccia di ultras calcistici. Il fatto che 30 energumeni grandi e grossi si spintonino e placchino violentemente per 80 minuti senza fare nessun tipo di intervento vigliacco perché sarebbero uccisi dagli stessi compagni di squadra penso sia assolutamente alieno alla comprensione dell'ultra medio idiota.

Per ora basti. Tutto il resto sabato prossimo all'una con continuazione a oltranza. Come sempre.