Giornata di riposo per il nostro girone ieri e anche per quello della Slovenia, per cui non ci sono stati stress. C'è stato di sera in centro l'incontro promosso dalle massime autorità politiche sotto la spinta del Forum italo-sloveno, un gruppo di persone della società civile che si è prefisso lo scopo di contribuire al raggiungimento della seconda fase dei rapporti italo-sloveni, dalla comprensione alla condivisione dicono loro con uno slogan molto azzeccato, nel quale il sottoscritto ha condotto un dibattito con Dan Peterson, Dino Meneghin e Peter Vilfan. Buonissimo successo, tanta gente in piedi ad ascoltare da fuori, presenti tutti i colli grossi della politica (fuori che i due sindaci di Trieste e Capodistria, trattenuti da altri impegni, ma ben rappresentati) compresa la ministra slovena per gli sloveni all'estero (che è fra l'altro una della minoranza italiana in Slovenia che dunque conosce la problematica a puntino per averla vissuta sulla propria pelle) e l'Ambasciatrice d'Italia in Slovenia. Delle cose più interessanti dirò poi in fondo. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto)

Avete tutti visto ieri sera la Turchia. Per cui mi sembra inutile ripetere quanto detto ieri, perchè ve ne sarete accorti di persona che è un'accozzaglia di gente senza capo nè coda, nella quale non si riesce a capire chi debba giocare cosa, dove e come, nè quando debba ricevere la palla. Insomma la classica ciambella riuscita senza buco, classica squadra di Tanjević quando i pezzi non vanno al posto giusto. E nelle sue squadre, quando i pezzi vanno per conto loro, allora sono sparsi dappertutto in modo irrimediabile. Avete presente la Milano di Scariolo? Ecco, tale e quale. E la cosa che più mi ha colpito è il fatto che nella loro mente era scattato il tempo del garbage time a metà del terzo quarto, quando il ritardo era ancora del tutto recuperabile, soprattutto da una squadra che aveva le armi per farlo, leggi peso sotto canestro e possibilità di mettere tiri pazzi. Per cui non vedo proprio come possa battere la Grecia che contro i russi ha fatto il suo compitino, si è portata per pura differenza di valori in campo a più 20 e che ha poi assistito infastidita, come la Jugoslavia dei tempi d'oro, al velleitario finale picchiante dei russi (Šved 17 tutti nell'ultimo quarto, col primo canestro a meno 20 o giù di lì) dando la netta impressione di quelli che: "ma non vedete che siete dei brocchi e che vi stracciamo quando ci pare e piace? Perchè insistete che vi rendete ridicoli?". (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Allora subito una brutta notizia. Pensavo durante gli Europei di avere tempo. Alla faccia! Che vi descriva la giornata tipo. Sveglia alle 7. Colazione e incombenze mattutine varie. Alle 9 a Capodistria in Redazione. Giornali e caffè. Visione del materiale girato il giorno prima in Palazzetto. Scrittura servizio Tg. 12 montaggio servizio. 13 pranzo e caffè con stacco fino alle 14 e 30. Poi stesura del pezzo quotidiano per il Primorski dnevnik, quotidiano della minoranza slovena in FVG, rubrica che tengo molto volentieri perchè posso finalmente fare un po' il profeta in Patria (cosa che, lo sapete, non è proprio di tutti i giorni), poi dovrei scrivere il pezzo per il blog, sempre che la prima partita della giornata non sia importante, andare alle 17 e 45 in Palazzetto per le ultime due partite (e oggi, proprio mentre scrivo, incombe Italia-Turchia che ovviamente non ho nessunissima intenzione di perdermi). Alla fine delle partite caccia ai protagonisti per le interviste, alle 23 e 30 salto in Redazione a consegnare il girato (e a timbrare il cartellino di uscita!) e poi verso mezzanotte a casa direttamente in letto. Morale della favola, non avrò proprio il tempo materiale per tenere il promesso blog quotidiano. Mi dispiace. Farò del mio meglio, anche se spero possiate capirmi. Domani per esempio dovrei riuscire a scrivere qualcosa, perchè c'è la giornata di riposo. Si fa per dire, perchè in serata io e Dan Peterson condurremo nell'Armeria del Museo (per chi è già a Capodistria o pensa di andarci si trova nel più centro che più centro non si può, in Piazza della Loggia o Piazza Tito, ed è l'edificio bianco che si vede a destra se si guarda dalla Loggia verso il Palazzo Pretorio) una serata con ospiti d'onore Dino Meneghin e Peter Vilfan nella quale rivivremo il basket irripetibile dei loro tempi commentando anche dopo tanti anni la famosa rissa di Limoges nella quale furono coinvolti ambedue da protagonisti.

Anche oggi ho i minuti contati. In questo momento sono le 16 e 24 e il deadline sono le cinque, perchè alle 17 e 45 inizia Turchia-Italia. Per cui quanto riesco a scrivere nella prossima mezz'ora sarà scritto, il resto sarà per una prossima volta. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto") 

Ragazzi! E darsi una calmata? Capisco le ragioni del contendere, capisco che in vista di una grande manifestazione le opinioni possano essere del tutto disparate, ma insultarsi no! Almeno non a casa mia (scusate la presunzione).

Le ragioni le capisco del resto fin troppo bene. Capita anche a me di provare la frustrazione immensa di chi dice una cosa e un altro lo attacca su tutto un altro piano del quale non era neanche conscio che esistesse. Come se tu parlassi delle varietà di mele e un altro ti dicesse guarda che quelle pere sono molto meglio. Per esempio la ormai trita e ritrita questione sul fatto che io sarei un inguaribile offensivista. Llandre l'ho conosciuto alla penultima sconvescion, le quali servono proprio a questo, ed è sicuramente una persona civile, intelligente e istruita. Dunque conoscendolo e apprezzandolo di persona non posso con lui andare all'attacco lancia in resta come farei con chiunque altro che mi parlasse di pere mentre io parlo di mele. E allora dico la parola definitiva esponendo la mia teoria e mettendo i paletti che spero dirimano la questione una volta per sempre. Nel senso che chi non è d'accordo con l'impianto della mia teoria si tenga pure le sue opinioni, ma, per favore, lo imploro, non venga a rompermi le scatole in continuazione con affermazioni che dal mio punto di vista non stanno né in cielo né in terra.

Per esporre il mio impianto teorico vorrei essere il più cartesiano possibile e cominciare dal mio "cogito, ergo sum". In ogni teoria infatti bisogna partire da qualche assioma, da qualche affermazione che non possa essere dimostrabile, ma che si deve dare per ovvia e acquisita. Il mio assioma fondamentale è questo e lo scrivo in lettere maiuscole: NEL BASKET NON ESISTE DIFESA CHE POSSA IMPEDIRE A UN ATTACCO BEN FATTO DI TROVARE IN OGNI AZIONE UN TIRO APERTO. Chi non è d'accordo con questo assioma vada su un altro sito, perché con me non ha niente da chiedere. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

L'attualità incombe, per cui un veloce intervento. Intanto una piccola informazione di servizio. Ho letto attentamente l'intervento di Franz. Sulla qualità delle immagini non so cosa dire, perché dalla sede mi hanno assicurato che era tutto a posto. Sull'audio da dire solo che prima della partita ho trascorso una decina di minuti a scandire "koš" ad ogni layup del riscaldamento delle due squadre mentre il tecnico in sede smanettava tentando di sincronizzare quanto andavo dicendo con le immagini che riceveva in bassa frequenza. Sembra che alla fine siamo riusciti a rimettere le cose un po' in sesto. Come si usa dire, ci scusiamo per l'inconveniente.

Altra informazione di servizio. Sembra ormai ufficiale che per un inghippo non dovuto a noi non avremo i diritti a trasmettere le partite dell'Europeo. Se da una parte questo mi secca un sacco, per usare l'eufemismo più blando che riesco a trovare, in quanto sarà dal '71(!) che per la prima volta non farò le telecronache di un Europeo con la somma ironia che si tratterà dell'Europeo che sarà giocato a casa mia, a 200 metri in linea d'aria dalla mia redazione, dall'altra parte vuol dire che avrò tutto il tempo del mondo durante gli Europei per intervenire sull'andamento degli stessi con commentini (brevi e lapidari, non esageriamo!) giornalieri su questo sito. Sempre che la cosa sia gradita. Se non lo è ditemelo, perché non ho mai problemi quando si tratta di evitare di dover lavorare. (Per continuare clicca sotto su "leggi tutto")

Una delle cose che più mi hanno meravigliato da quando reggo questo sito è che alcune cose che davo per scontate non lo sono affatto. Per esempio pensavo che quando si comincia una discussione si dia per scontato che i fatti che si commentano sono certi. E invece no. Due pezzi fa mi arriva questo commento: "Se la scuola Ddr fosse stata soprattutto metodica di allenamento e lavoro, come mai in 20 anni a fronte di donne che ogni anno dominavano ogni specialità del nuoto (e poco dopo, spesso sparivano...) in campo maschile la Ddr è stata assolutamente ridicola, e a parte Matthes, un talento naturale che ha avuto la fortuna di esplodere prima dell'arrivo dei "geni" di Lipsia (come prima? N.d.r.), non è mai riuscita a piazzare un uomo neanche nelle finali b di qualsiasi competizione?". Controllare prego. Scripta manent. Ovviamente sono partito lancia in resta e ho cominciato a riportare dati storici che confutavano quanto detto con tanta sicurezza. Al che in calce al pezzo successivo mi è arrivato dalla stessa persona il seguente commento: "Medagliere Ddr: (inutile riportare i dati, basta andare a leggere). Totale: Uomini: 10,14,35=39. Donne (numero spropositato del tutto scontato visto che il doping di stato e il trattamento radicale di steroidi sulle donne è un dato di fatto che nessuno ha mai messo in discussione). Nota bene: delle 39 medaglie degli uomini circa la meta è dovuta a Matthes, Pyttel e Woithe." Onestamente stento a credere che a scrivere due cose tanto contrastanti sia stata la stessa persona. Allora non c'era solo Matthes, ma anche Pyttel e Woithe! Allora non avevano solo finalisti b, ma hanno anche vinto 39 medaglie, delle quali 10 d'oro! Ora prendendo per buono che il loro trattamento farmacologico maschile (chiamiamolo così) fosse più o meno quello standard che si usava in tutto il resto del mondo se ne evince che tutto sommato tanto scarsi non dovevano essere. Chiedo a qualche statistico scatenato che vada a controllare quante medaglie vinsero in quel periodo per esempio Gran Bretagna, Francia o la stessa Germania Ovest (dell'Italia ovviamente non parlo, perché tutti sappiamo che prima di Battistelli '86 il numero era 0 – c'era la povera Calligaris che doveva combattere contro i mostri dell'est, ma qui stiamo parlando di uomini), malgrado il fatto scoperto proprio in questi ultimi tempi che le loro strutture sportive avevano ricevuto l'ordine (pardon, befehl, suona meglio) di copiare in tutto e per tutto quanto facevano i loro fratelli dell'est. Tutto questo per un Paese di circa 20 milioni di abitanti che eccelleva in tutti gli sport individuali possibili. Per cui penso che negare il fatto che dietro a queste medaglie ci fosse un grandissimo lavoro scientifico di selezione e di allenamento sia andare contro la pura e semplice evidenza. Ecco, devo dire che la cosa mi frustra, perché se c'è una cosa che mi disturba nel quadro della mia pigrizia cosmica è quella di fare qualsiasi cosa per niente. E discutere a vuoto su fatti inesistenti è una di quelle cose. L'ironia finale è che poi, incalzato da Edoardo e Franz (grazie di cuore! grandissimi!), il buon Ivan è atterrato a un commento finale che è in effetti totalmente condivisibile, salvo ovviamente la chiave di interpretazione che per me rimane prima base tecnico-scientifica con sofisticatissimi metodi selettivi già a livello prepuberale e poi eventualmente doping, mentre per Ivan la somministrazione del doping andava avanti di pari passo con la selezione e la preparazione. Penso che si tratti di due punti di vista diversi (e io mi tengo il mio, chiaramente) ambedue legittimi che si basano comunque su fatti certi e condivisi. Ma ci voleva tanto per arrivarci subito? (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")

Rispondo a stretto giro di posta, anche perché sono incazzato come una iena, e dunque devo mettere nero su bianco le mie puntualizzazioni. Sono arrabbiato perché, se c'è una cosa che non sopporto quando si discute, è il preconcetto e la malafede. Per cui mi si attribuiscono affermazioni che non ho fatto, si estrapolano quelle che ho fatto dal contesto, solo per affermare, in netto contrasto con quanto ha detto il sottoscritto imbecille, in realtà le stesse cose che il suddetto imbecille ha tentato di dire (e che, dal suo punto di vista, se solo qualcuno si fosse preso la briga di leggere attentamente quanto scritto, cosa che a questo punto dubito fortemente che la grande maggioranza abbia fatto, gli sembra di aver detto chiaramente e coerentemente) sviluppando un ragionamento partito dal più lontano possibile sfuggendo a tutti i possibili slogan e stereotipi.

Per esempio: che io abbia osannato Froome gettando contemporaneamente nel fango Pantani non emerge esattamente da nulla da quello che ho scritto. Basta leggere. Per fortuna scripta manent. Anche l'amico Roda mi ha deluso. Può anche essersi sei anni fa attaccato alla macchina, ma, di grazia, cosa ca...volo c'entra col fatto che al Tour sia andato più forte di tutti? Sarà stato il più forte, o no? E se pensate che lui abbia vinto perché era l'unico che si era dopato, mentre gli altri erano puliti come la varecchina, ebbene, mi dispiace, ma a una favola del genere non ci crederò mai. È chiaro, uno può essere più simpatico o antipatico, ma da questo a dire che quello che ci è simpatico è pulito, mentre quello che non lo è, è un angioletto, mi sembra la più clamorosa delle disonestà intellettuali. Uno di voi è andato anche tanto lontano da prendere addirittura (of all people!) le difese di Contador contestando quanto da me detto, e che cioè è andato piano (per uno che ha vinto quanto ha vinto lui e per come ha vinto essere fermo in salita e a crono e arrivare quarto – attenzione, quarto! , e non 23.esimo – penso che il minimo che si possa dire è che non è certamente andato forte) a causa, secondo me lapalissiana, che stavolta non gli hanno permesso di prendere la bistecca col turbo, insinuando che non ha vinto perché lui era pulito mentre invece gli altri chissà cos'avevano preso, cosa che mi sembra onestamente totalmente fuori dal mondo. Avranno o no corso tutti con le stesse condizioni? Ripeto, potrà anche venir fuori fra un paio d'anni che anche in questo Tour erano drogati tutti, ma, scusate, continuo a pensare che almeno lo fossero tutti allo stesso modo. E, scusate, di converso penso che il trucco era quando Contador (e se per quello anche Valverde...quante tappe hanno vinto quest'anno gli spagnoli?) vinceva, e non certamente adesso. Un po' come per Basso: chissà come, da quando è ritornato dalla squalifica vince molto di meno. Ma guarda un po'... E poi ancora su Froome: perché prendere in giro l'affermazione che è forte anche perché è nato sugli altipiani, quando un discorso del genere per Quintana sembra talmente ovvio da non dover neanche essere discusso? Ecco, ripeto, tutte queste cose mi fanno incazzare. Se già si vuole parlare, lo si faccia per favore non per partito preso e per simpatie personali prendendo almeno in esame tutti i fatti. Tornando al discorso su Pantani, mi sembra di aver più che chiaramente detto che l'unica cosa che mi disturba e che è il nocciolo della questione è che sia ancora adesso esaltato per le imprese che ha fatto (sotto l'effetto del doping, o discutiamo anche questo?, perché se discutiamo anche questo è come dire che il sole è azzurro: a questo punto contro convinzioni del genere non posso discutere più), mentre proprio la sua tragica parabola tanto agonistica che della sua vita dovrebbe insegnare tante cose diverse, dovrebbe cioè insegnare che certe cose non si devono fare proprio per non finire allo stesso modo. Ora, che lui fosse il più forte in quel mondo, lo dicono i risultati, cosa che mi sembra ovvia. Ripeto, il discorso vero sta da tutta un'altra parte. (Per continuare a leggere clicca sotto su "leggi tutto")