Europei 2015 - Commento 13
- Scritto da Sergio Tavcar
Certo che ce la state mettendo tutta per farmi definitivamente smettere di esternare le mie opinioni su questo sito. Ho già detto tantissime volte che sono un pigro e non mi piace lavorare, soprattutto se lo faccio gratis. Posso fare un’eccezione se mi diverto, ma se non mi diverto più, chi me lo fa fare?
Va bene, provo a continuare, anche se di malavoglia. Anche perché sta avvicinandosi uno dei momenti che di solito mi fanno ricredere sui tetri propositi di cui sopra, leggi la promessa sconvenscion settembrina che, nulla osta della mia Redazione a parte, vorrei fare sabato prossimo 26 a Boljunec – Bagnoli della Rosandra (certo che erano immaginifici nel ventennio nell’inventare nomi roboanti per paesotti sloveni che dovevano essere italianizzati per forza, vedi per esempio il capoluogo del comune, Dolina, in sloveno pedestremente valle, che diventò San Dorligo della Valle, un santo fra l’altro che sembra non esista proprio) in un’osmica che apre questa settimana e che Vremec mi assicura che è molto buona.
Europei 2015 - Commento 12
- Scritto da Sergio Tavcar
Oggi me la sono presa comoda, in quanto non sentivo alcun bisogno urgente di dire qualcosa. Non saprei infatti dire nulla di originale rispetto a quanto avete detto voi in merito a Francia-Spagna. Chissà come, quando non ci sono in ballo gli amati colori azzurri che normalmente fanno uscire dalle viscere sentimenti a volte scarsamente supportati da ragionamenti e logica, e soprattutto portano a abbarbicarsi alle proprie posizioni senza neanche degnare di un pensiero fugace le posizioni di chi non è d’accordo con convinzioni che sanno tanto di fede invece che di capolinea di ragionamenti un po’ più raffinati che pesino nel modo giusto i pro e i contro di quanto si vede e si analizza, allora come per incanto le disamine diventano obiettive, magari discordanti, ma tutte logiche e discutibili, nel senso etimologico che si discutono per vedere magari di trovare una sintesi condivisa fra le varie posizioni. Cosa che dovrebbe essere normale per una discussione seria e pacata, poi se ognuno rimane della stessa idea che aveva prima, poco male, intanto però ha sentito cosa ne pensano gli altri e, se non è stupido, ci ripenserà magari per pesare meglio una prossima volta le sue percezioni.
Europei 2015 - Commento 11
- Scritto da Sergio Tavcar
Ho letto più o meno tutto quello che avete scritto ieri sera e stamattina di getto, dunque ancora in preda alle emozioni, per commentare la Caporetto della nazionale di basket. Sì, perché onestamente io la considero una disfatta, senza se e senza ma. Quando allenavo la cosa che mi dava fastidio, visto che allenavo squadre non proprio di fenomeni, era perdere per dabbenaggine nostra qualcuna delle poche partite che potevamo vincere contro squadre del nostro stesso livello. Immaginarsi quando scialacquavamo partite contro squadre palesemente più deboli. Ragion per cui aver buttato via una partita per averla presa al contrario, totalmente a rovescio per approccio, preparazione, esecuzione con connesse rotazioni comprensibili per un certo verso (quello di mettere le mani avanti facendo giocare il quintetto dei sogni osannato da tifosi e stampa con l’idea che: “abbiamo perso con i cinque migliori per consenso generale, dunque cosa potete imputarci?”), ma secondo me totalmente incomprensibili nell’ottica, unica e fondamentale, di vincere la maledetta partita facendo giocare in ogni istante SQUADRE, QUINTETTI formati da giocatori compatibili, remanti tutti nella stessa direzione, capaci di adeguarsi al gioco avversario e soprattutto di imporre il proprio, e tutto ciò dopo aver dimostrato contro Israele che si poteva fare, bastava ripeterlo, ecco, tutto ciò mi fa andare in bestia.
Europei 2015 - Commento 10
- Scritto da Sergio Tavcar
Mi dispiace che abbia perso la Grecia. Lo dico onestamente, perché io faccio sempre il tifo per quelli che giocano meglio, per cui desideravo tantissimo che battessero la Spagna. Però bisogna ammettere che la Spagna non ha rubato nulla, anzi la sua vittoria è più meritata che non si potrebbe. Devo anche dire che ho seguito la partita con estremo interesse, in quanto secondo i miei canoni si è giocato a pallacanestro, e quando le squadre lo fanno, allora mi sembra di poter capire quello che vogliono fare, di capire quando non riescono a farlo e magari tentare anche di capire perché. In questi casi di solito viro l’audio sugli effetti per farmi un commento da solo e per non farmi condizionare da quanto dicono i commentatori. Ieri però non l’ho fatto, in quanto mi sembra che Geri De Rosa e Davide Pessina (come sapete la coppia che preferisco di gran lunga di quelle che offre Sky) abbiano fatto un ottimo lavoro, per cui ho lasciato l’audio com’era, essendo più o meno d’accordo normalmente con quanto stavano dicendo o, se non lo ero, almeno capivo quello che volevano dire che era comunque logico. Poi la pallacanestro si può giocare bene o male, ma, vivaddio, almeno il gioco ha un capo e una coda.
Europei 2015 - Commento 9
- Scritto da Sergio Tavcar
Pensavo di prendermi un giorno libero, ma alla fine non ho resistito. Vorrei mettere qualche puntino sulle “i” e per una volta tanto (o sono due, o magari tre?) commentare i commenti ai miei commenti. Avevo messo le mani avanti dicendo che sarei stato frainteso. Avevo perfettamente ragione e infatti sono stato frainteso a 360 gradi un po’ da tutto l’uditorio. E proprio per questo desidero mettere in chiaro alcune cose. Intanto: non mi pare che nella mia disamina sul perché l’Italia abbia giocato bene contro Israele (e che abbia giocato bene penso sia un dato di fatto) sia stato, se si legge bene fra le righe, particolarmente benevolo nei confronti di Pianigiani. In sostanza dicevo che sembra che i giocatori abbiano deciso che così va bene e dunque andiamo avanti. Il che non mi sembra proprio una lode sperticata al coach.
Europei 2015 - Commento 8
- Scritto da Sergio Tavcar
Scrivere dell’Italia mi riesce difficile. Sono convinto infatti che sarò frainteso e che sarò alla fine annoverato nel novero di coloro che si cimentano nello sport nazionale italiano, il salto sul carro dei vincitori. Sarà veramente difficile tentare di spiegare che secondo me tutto segue un filo logico e ancora più difficile tentare di evitare il classico e odioso “ve l’avevo detto io”.
Comunque ci provo. Parto da una semplice constatazione: non credo vi sia al mondo qualcuno che creda che la nazionale di basket dell’Islanda sia nettamente più forte di quella di Israele. Se qualcuno lo pensa, smetta di leggere e vada a farsi ricoverare per provare a farsi disintossicare dall’evidente massiccia assunzione di sostanze psicotropiche. Eppure l’Italia contro l’Islanda stava perdendo la partita e invece a Israele ha dato 30. Perché? Semplicemente perché contro l’Islanda, come contro la Turchia il giorno prima, aveva fatto schifo, ieri invece ha giocato maledettamente bene. Tutto qua. Cos’è cambiato?
Europei 2015 - Commento 7
- Scritto da Sergio Tavcar
Non occorre assolutamente che vi preoccupiate per le mie condizioni di spirito. Forse dopo aver strappato su rigore a quattro minuti dalla fine un pareggio alla capolista il mio spirito potrebbe essere abbastanza basso, ma per quanto riguarda la Slovenia non dovete assolutamente preoccuparvi. La squadra era scarsa, non per niente ha cominciato gli Europei con cinque giocatori su 12 senza contratto, poteva fare bene solo giocando ispirata in attacco e al 120% in difesa, l’ha fatto a Zagabria, non è riuscita a farlo a Lille contro una squadra più o meno del suo valore che invece la giornata l’ha pescata giusta e ha perso per una volta tanto del tutto meritatamente, senza alcun tipo di recriminazioni. Forse un piccolo rammarico resta, perché se fosse riuscita per miracolo a qualificarsi per il Preolimpico recuperando Goran Dragić (classe '86), Vidmar ('87), Domen Lorbek ('85) e uno dei due Murić ('90 – tanto per ribattere a un commento acido che avevo letto dopo Italia-Slovenia di Capodistria che diceva che agli sloveni in realtà non mancava nessuno di importante, perché erano comunque tutti bolliti), avrebbe magari potuto covare qualche speranziella, però quel che è stato è stato e, ripeto, era più o meno nell'ordine naturale delle cose.
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