Andrea Tosi intervista Sergio Tavčar
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Andrea Tosi intervista Sergio Tavčar, Gazzetta dello Sport di mercoledì 25 aprile 2018
Guastatori, elettori, allenatori
- Scritto da Sergio Tavčar
Inutile dire che sono sempre più soddisfatto dei vostri commenti e che mi ritengo passabilmente fiero che, una volta eliminati i guastatori di professione (nella fattispecie, a uno di voi interessava, ho negato l’accesso a uno – 1 – che si era proposto e non occorre essere Sherlock Holmes per intuire chi fosse), la comunicazione fra di noi sia diventata civile, varia e molto stimolante nonché, mi passerete questa definizione roboante, di elevato spessore culturale (dovessi leggere tutti i libri che proponete diventerei un vero e proprio topo di biblioteca). Esattamente quello che speravo diventasse.
Istruzione e universitari
- Scritto da Sergio Tavčar
Sono veramente contentissimo dei commenti al mio ultimo post. Su tutta la linea. Primo perché molti di voi che negli ultimi tempi non si facevano sentire mi hanno confortato confermando la loro presenza e attenzione, cosa che mi rende molto felice, non lo nego, né vedo perché dovrei negarlo. Secondo perché avete toccato tutti i temi che ho affrontato con contributi molto belli, pertinenti e profondi. Per esempio i commenti di Cicciobruttino sulla situazione tecnica del basket e quello di Gabriele sul caso Facebook sono secondo me esattamente i prototipi dei commenti che vorrei sempre leggere. Non so cosa dirvi ragazzi se non grazie.
Attenzione! Non vorrei che credeste che gli altri commenti non mi siano piaciuti, anzi, sono stati tutti eccellenti. Vorrei solo sottolineare cosa intendo per “prototipo” di commento. E a questo punto partecipo anch’io alla discussione con controcommenti.
Vedo il Grande Fratello
- Scritto da Sergio Tavčar
Io spero vivamente che la gente mi legga ancora, anche se mi faccio vivo una volta ogni morte di papa e parlo di argomenti che non sembrano interessare granché, almeno a giudicare dal numero di saltuari commenti che ha accompagnato il mio ultimo pezzo. Non è tanto per voler essere al centro dell’attenzione, ma per non dilapidare il tesoro accumulato in questi anni, che sono gli amici che vengono alle sconvenscion ed ai quali, devo confessare, mi sono molto affezionato.
Sto vivendo un momento molto difficile (dal punto di vista creativo, non vi spaventate – dal punto di vista fisico, compatibilmente con gli anni che scorrono implacabili, me la cavo ancora decentemente) in quanto io sarei per definizione uno che è vissuto di basket, che si è fatto conoscere con il basket, che viene considerato a volte anche uno che di basket ci capisce, e la gente si attende che parli di basket. Posso farlo, solo che in questo momento non avrei proprio nulla da dirvi di ponderato, visto semplicemente che di basket in questi ultimi tempi ho visto molto poco.
Non è uno sport per signorini
- Scritto da Sergio Tavčar
Devo dire che le Olimpiadi mi hanno divertito e appassionato. Oltre alle due cerimonie ho commentato i salti e il fondo. E se i salti sono stati in perfetta sintonia con i pronostici della vigilia fino al minimo particolare, soprattutto in campo femminile con sul podio nello stesso ordine la prima, la seconda e la terza di Coppa del mondo e nel concorso a squadre con facile prima la Norvegia e Germania e Polonia a lottare per l’argento fino all’ultimissimo salto con le altre debitamente staccate, e se in tutto ciò si considera che gli sloveni hanno fatto mesta tappezzeria, e dunque mi hanno divertito molto poco, il fondo è stato spettacolare. Le piste erano bellissime, il tempo per la maggior parte è stato buono, e ogni gara è stata meravigliosa. Penso che si potrebbero raccontare tantissime storie, ognuna densa di significato e per qualche verso storica o commovente.
Fak you!
- Scritto da Sergio Tavčar
Ci sono le Olimpiadi invernali. Che però sembra non interessino nessuno, almeno a leggere i vostri commenti che, mi sembra, vertano soprattutto sul 6 Nazioni di rugby. Del resto c’è un’edizione olimpica che si svolge in capo al mondo, in un luogo martoriato da temperature e venti polari, che fra l’altro per venire incontro alle esigenze televisive del mondo sviluppato degli sport del freddo fa gareggiare la gente ad orari impossibili, cosa che a sua volta fa sì che la cornice di pubblico, salvi gli sparuti fanatici che si sono sobbarcati viaggi interminabili (ci sono stato nell’ ’88) per essere presenti, è in realtà totalmente assente. Del resto l’unica cosa che interessa i coreani è il pattinaggio di velocità e in parte minore quello artistico, per il resto per loro si tratta di attività fisiche mai viste prima in vita loro.
Da Belgrado all'America
- Scritto da Sergio Tavčar
Mi scuso con tutti voi per non essermi fatto sentire per tanto tempo. Ho visto comunque che non vi manco granché, in quanto state discutendo animatamente, ma amabilmente, fra di voi su tanti argomenti, per cui leggo i vostri interventi compiacendomi del fatto che finalmente c’è un sito dove si possono trovare spunti nuovi e discussioni intelligenti e interessanti. Ho pensato comunque che è forse tempo che anch’io dica la mia. Intanto, a mo’ di scusa, devo dire che sono stato anche emotivamente molto lontano da questo sito in questi ultimi tempi, in quanto ero assorbito, ripeto, anche e soprattutto emotivamente, dalla mia quattro giorni di Belgrado nella quale ho presentato la traduzione in serbo del mio libro.
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