Un breve intervento, tanto avremo tanto da parlare e da discutere all’ormai imminente sconvenscion. Tanto per dire il commento su Flushing Meadows e Đoković è inutile che lo faccia, visto che nel suo articolato intervento Pado ha praticamente scritto parola per parola quello che pensavo io, per cui se volete sapere come la penso leggete il suo commento.

C’è però una cosa più importante ed è necessario farla, anche se so che molti non l’apprezzeranno. Però siamo persone intelligenti e sono sicuro che capirete. Per la prossima sconvenscion che si terrà all’ agriturismo Zaglia che ho già descritto come raggiungere con grande facilità, visto che si tratta di un complesso molto grande con molta clientela, e visto che siamo malgrado tutto ancora in situazione pandemica e non è affatto detto che il prossimo 25 ci si possa accomodare tutti all’esterno (sta arrivando il primo assaggio di autunno), il padrone di casa ha bisogno di un numero abbastanza sicuro, anzi molto sicuro, di persone che vi prenderanno parte per prendere tutte le precauzioni di legge e assicurare a tutti un posto all’interno. Sono stato pertanto pregato di dirvi che stavolta non si accetteranno arrivi dell’ultimo momento e alla sconvenscion, fermo che è ovviamente aperta esattamente a chiunque pensi di parteciparvi, parteciperanno soltanto coloro che in tempo utile, facciamo questo fine settimana, annunceranno la loro presenza con un post su questo blog. Per dire, Toni di Mogliano basta che posti un qualcosa tipo “Sono Toni e confermo la mia presenza” che le formalità sono esaurite. Oppure che Gianni di Bologna scriva “Arrivo di sicuro con tre amici al seguito” che le cose sono altrettanto completate. Però, e vi scongiuro di farlo, dovete farlo. Ripeto: fa testo solo una comunicazione su questo sito.

Tanti spunti interessanti. Intanto alcune precisazioni sul ciclismo: capisco perfettamente quanto scrive Franz, anche se onestamente non sarei così lapidario sui suoi giudizi, soprattutto avendo a mente il carattere degli sloveni che sono notoriamente molto mal disposti verso chi “ha” e vorrebbero vederlo ritornare il prima possibile nell’ambito di coloro che devono combattere giorno per giorno per poter avere un tetto e di godere di due pasti quotidiani. Per cui il fisco è particolarmente mal disposto verso chi è palesemente benestante. E inoltre per onor di cronaca bisogna subito rimarcare che Pogačar, oltre ad aver sempre risposto presente al richiamo della nazionale ed aver preso parte sempre e comunque ai campionati sloveni, non solo, ma per esempio quest’anno ha preso parte al Giro di Slovenia proprio per rimarcare il suo attaccamento ai colori nazionali, è inoltre attivamente coinvolto con la sua presenza di testimonial, ma soprattutto con cospicue e continue donazioni di materiale tecnico, nell’attività del suo club ciclistico di origine. Per il resto niente da dire, mi avete stroncato. Il parallelo che ho tracciato con la coppia Coppi-Bartali non regge. Chiedo scusa, ma a mia parziale scusante va il fatto che comunque vedo una certa qual similitudine nell’accostamento giovane-anziano e in quello fra uno un po’ sfigato e uno comunque fortunato (nel suo campo di lavoro, non certamente nella vita).

La gente che incontro e che legge più o meno regolarmente questo blog mi chiede come mai ho scritto così poco delle Olimpiadi e si dichiara abbastanza delusa. Le ragioni sono semplici: durante tutto il periodo olimpico la mia attenzione era rivolta principalmente al pezzo che dovevo scrivere e consegnare ogni giorno al Primorski, pezzo che evidentemente andava scritto alla fine delle competizioni, dunque verso sera, che è quando normalmente scrivo i miei interventi sul blog. Di giorno guardavo ovviamente le gare, per cui di tempo non ce n’era. La ragione principale però è un’altra: dovendo scrivere per un quotidiano della minoranza slovena la mia attenzione era rivolta verso gli sport nei quali primeggiavano gli sloveni che erano esattamente altri rispetto a quelli che interessavano voi che mi seguite. L’unico punto di contatto era il basket, ma quanto scrivevo di basket ha incontrato un per me stranissimo (o forse neanche tanto strano, ma lasciamo stare, tanto non lo ammettereste mai) muro di incomprensione e rifiuto, addirittura ostilità oserei dire, per cui, capita l’antifona, mi sono adeguato e ho preferito tacere. Non c’è discussione più inutile e controproducente che quella fra gente che parte da punti di vista opposti e inconciliabili. In più, essendo io come sapete di sentimenti sloveni, mi sono talmente immerso nelle cose “mie”, che erano fra l’altro esattamente quelle che interessavano i miei lettori del momento, che delle cose che interessavano a voi onestamente non avrebbe potuto fregarmi di meno.

Avevo deciso di prendermi un periodo di panciolle, nel senso che volevo vedere fino a quando sarebbe durata la voglia di far niente prima che mi assalisse la noia e decidessi di darmi una mossa e fare qualcosa di utile. Devo dire con raccapriccio che il momento, lungi dall’arrivare, sembra sempre più lontano, visto che in questi giorni di canicola vale sempre di più il famoso proverbio spagnolo che dice quanto sia bello far niente e poi riposarsi.

Però qualcosa devi dirvi e sarò breve. Intanto un annuncio che vi do con largo anticipo: la prossima sconvenscion, quella organizzata a furor di popolo (modo di dire, ovviamente) per il 25 settembre, si terrà una tantum fuori dalla provincia di Trieste, e cioè presso l’Agriturismo Zaglia che si trova in modo estremamente facile. Si esce dall’autostrada al casello di Latisana, si va verso sud sulla strada che porta a Lignano per un mezzo chilometro circa e sullo svincolo si prende la vecchia statale Trieste-Venezia in direzione Trieste. Dopo non più di 300 metri c’è una vistosa insegna sulla destra che indica il luogo d’approdo. Ci troveremo lì, solita ora, solite chiacchiere innaffiate da vino sontuoso, insomma non vedo l’ora.

Sono stati più forti. Posso solo dire di essere estremamente orgoglioso della nostra squadra. Mi dispiace per i nostri sostenitori a casa. So quanto ci hanno supportato e avremmo tanto voluto donare loro una medaglia. Tutti lo volevamo e abbiamo provato a fare tutto quanto era possibile per riuscirci. A volte siamo stati troppo emotivi, soprattutto io. Devo ancora imparare a non comportarmi in questo modo. Non ho giocato come avrei potuto e come so fare. Sono molto deluso della mia prestazione. Non ho fatto quanto avrei potuto. Volevo aiutare la squadra molto di più.”

Queste sono le parole dette da Luka Dončić in conferenza stampa dopo la partita contro l’Australia e onestamente mi sembra che non ci sia nulla da aggiungere. Ha detto tutto lui, per cui per ora basta con il basket, se non aggiungendo che un po’ (ma non tanto, in verità…) mi dispiace delle parole dette nel post precedente, dettate dalla foga e dalla rabbia del momento. Quando la Gazzetta fece il mio ritratto alla domanda su quale fosse il mio maggior pregio risposi: “la sincerità” e quando mi chiese quale fosse il mio peggior difetto dissi: “la sincerità”. Ci credo veramente.

Trasecolo. Secondo me alcuni di voi sono fuori di testa. Ho letto con sorda rabbia quanto avete scritto su Dončić prima della partita e mi sono fatto un’idea sul perché possa essere tanto odiato, ma non ve la dico. Penso che sia totalmente inutile tentare di dirvi che è una bravissima persona e che i suoi compagni lo portano in palmo di mano ringraziando ogni momento la sorte che ha dato loro la possibilità di giocare assieme a uno che ha in mente un solo obiettivo, che è quello di vincere la partita. Penso sia inutile dire che il gruppo è palesemente molto unito e che ognuno in campo dà l’anima per ottenere un risultato storico e molto probabilmente irripetibile. Non ha importanza, tanto non mi credete. Per questo sono anche stato zitto, pur roso da una rabbia sorda, in quanto il povero ragazzo tutto questo livore assolutamente non lo merita. E’ forte e sa di esserlo, vorrebbe essere tutelato dagli arbitri come lo è gente molto meno forte di lui (ma non è di un Paese che politicamente non conta nulla), ha i coglioni pieni che possano picchiarlo impuniti per tutta la partita e alla fine tenta di farlo capire, esagerando sicuramente anche perché non è Neymar e non lo sa fare tanto bene quanto i latini, ma per il resto cosa c…o volete che faccia di più oltre che a portare la Slovenia a un punto da un paradiso totalmente improponibile per una squadra che senza di lui ha avuto nelle varie finestre FIBA enormi difficoltà a battere Austria, Ungheria e accozzaglie simili? Non so spiegarmi tutto questo livore se non con richiami psicologici che non mi appartengono, ma che comunque penso di intuire.

Oggi è veramente il giorno giusto. Intanto domani il Primorski non esce, per cui ho un giorno di riposo e non mi tocca scrivere la rubrica, e in più oggi sono successe tantissime cose che, devo confessare, mi hanno inchiodato sulla poltrona dalla tenera ora delle 3 e mezza del mattino in poi (non preoccupatevi, ho lo stesso trovato il tempo per dormire, sacrificando - ?? – la Formula Uno – fra l’altro, chi ha vinto?), per cui potrei scrivere e commentare fino a domani.

Subito, prima che me ne dimentichi. Le due bandiere che avevo in mente erano quelle del Paraguay, che ha due stemmi diversi sulle due facce, e quella dell’Arabia Saudita che ha su ambedue i lati la scritta “Allah è l’unico Dio e Maometto è il suo Profeta” messa in modo tale che si possa leggere correttamente da ambo i lati. Sarebbe ovviamente blasfemo se su un lato si dovesse leggerla alla rovescia.